CS.M 2814 Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani

Baggesen, Jens
Parthenȧis oder die Alpenreise. Ein idyllisches Epos in zwölf Gesängen von Jens Baggesen
Amsterdam : im Kunst und Industrie Comptoir, [1807]
[4], 222 p., [1] carta di tav. : ill. ; 12º
Lingua: tedesco
Osservazioni sull'esemplare

Copertina in carta. Volume parzialmente intonso. Dopo il frontespizio e prima del testo a stampa, sono inserite 6 pagine mss. numerate I-VI, che contengono un testo dal titolo Parthenäis an Mansoni [sic], con firma autografa finale «Baggesen».

Presentazione

Il poeta danese Jens Baggesen, autore di testi in tedesco, vissuto a lungo a Parigi e quindi in Germania, fu amico di Fauriel, che nel 1810 pubblicò in traduzione francese, con ampia introduzione, il suo poema del 1803 Partenäis. Manzoni lesse dunque il testo in francese, e questo spiega il fatto che il volumetto in lingua originale appartenente alla sua biblioteca è in parte intonso. Il nome di Baggesen ricorre spesso nella corrispondenza tra Manzoni e Fauriel. In particolare, in una lettera senza data ma collocabile nel 1807, Manzoni scrive all’amico, certo in risposta a lodi rivoltegli da Baggesen e riportate da Fauriel: «Vous l’avourai-je? J’ai sauté de joie en lisant ce que vous m’écrivez de M.r Baggesen. Quel plaisir divin d’être loué par un homme si louable! De grace remerciez le de ce plaisir qu’il m’a procuré, et dontje jouirais pour toujours. Mon die qu’un grand Poëte (J’ose dire que M.r Baggesen l’est, quoique je n’aie pas le bonheur de le lire dans sa langue naturelle, et malgré cela j’ai trouvé le style de Partenais excellent) qu’un grand Poete, qui n’est ni flatteur ni querelleur ni ec. ec. Est un homme estimable! Et je tiens de vous que M.r Baggesen est autant Homme qui Poete» (lettera 38). Richieste di notizie e scambi di saluti, sempre attraverso Fauriel, si ritrovano in diverse lettere successive, mentre riferimenti alla traduzione di Fauriel del poema Partenäis sono nelle lettere 52, 54, 57, 65, 120. Un passaggio più significativo è in una lettera del febbraio 1811 dove Manzoni informa l’amico del limitato apprezzamento ottenuto dalla traduzione francese del poema presso i lettori del gruppo romantico, e ne attribuisce la ragione alla scelta del genere dell’idillio: «Il ne faut cependant pas que je ne vous dise rien de Parthénéide; vous savez que j’avais le projet de la faire lire à tous ceux de ma connaissance qui savent lire; je l’ai fait; mais entre nous avec beaucoup moins de succès que je ne l’espérais. Baggesen n’en saura rien, mais voilà ce qui le consolerait bien s’il en était informé; c’est qu’on dit qu’au moins Parthénéide est plus passable qu’ Hermann und Dorothée. Je dis que ça le consolerait, parc qu’il verrait que ce n’est pas contre son Poëme mais contre le genre qu’on est prévenu. Diffatti on a plaint beaucoup son beau talent de s’être exercé sur des niaiseries» (lettera 78). Nell’edizione di Parthenäis della biblioteca di via Morone, donata da Beggesen a Manzoni, è inserito il testo ms. di un’ode che, in forma allegorica, invita il destinatario a tradurre il poema in italiano. Manzoni rispose con i versi sciolti A Partenide, scritti tra il 1809 e il 1810, che ricusano la proposta («ma tremò la mano / E il cor»). Per un influsso di Partenäis sul poemetto Urania, stampato nel 1809 (possibile supponendo che Manzoni avesse letto la traduzione di Fauriel a Parigi prima del 1807), si rimanda ai riscontri forniti da Accame Bobbio 1963.


Scheda OPAC SBN
MILE056105

Vedi immagini (13)
[Riproduzione parziale]

Scheda di Mariarosa Bricchi | Cita questa pagina