CS.M 2277 [Postillato] Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani

Sarpi, Paolo <1552-1623>
Historia del Concilio tridentino. Nella quale si scoprono tutti gl'artificii della Corte di Roma, per impedire che né la veritá di dogmi si palesasse, né la riforma del papato, & della Chiesa si trattasse. Di Pietro Soave polano
In Londra : appresso Giovan. Billio. Regio stampatore, 1619
\8!, 806, \10! p. ; fol
Lingua: italiano
Osservazioni sull'esemplare

Legatura in pelle con piatti riquadrati da triplo filetto e fregi in oro. Dorso con fregi, titolo e nome dell’autore in oro. Contropiatti e risguardi in carta marmorizzata. Sulla carta di guardia anteriore recto numero 47 ms a matita rossastra; su quella posteriore recto, numero 4 ms. a penna marrone. Nel controfrontespizio, nota di appartenenza ms: «Ex Bibliotecha D. Corgal [?]»

Presentazione

Prima edizione dell’opera maggiore di Paolo Sarpi, di cui Pietro Soave è pseudonimo anagrammatico. Il testo fu pubblicato a Londra presso la tipografia reale di John Bill per interessamento dell’arcivescovo di Canterbury, e il teologo Marcantonio De Dominis, oppositore del papato rifugiato a Londra, inserì nelle pagine iniziali una propria dedica a Giacomo I Stuart. L’opera, che ricostruisce «le cause, e li maneggi» del Concilio tridentino secondo una prospettiva avversa alla concentrazione del potere nel papato, fu posta all’Indice. L’Historia è ricordata nella terza redazione del trattato Della lingua italiana, a proposito di un equivoco linguistico. Notando che molti errori nelle lingue derivano dal conoscere un solo significato di vocaboli che ne possiedono diversi, Manzoni cita l’esempio di Paolo Sarpi che «Non sapeva che la voce latina fraus oltre il significato di frode inganno, ha anche quello di danno scapito, e che fraudi esse era formola convenuta». Da questa ignoranza deriva una scorretta traduzione della forma fraudi esse, sanzionata, come ricorda Manzoni, dal Cardinale Pallavicino, autore di un’opera dedicata alla confutazione dell’Historia (STELLA-VITALE 2000A, pp. 267-68). A un’altra opera di Sarpi, il Discorso dell’origine dell’Uffizio dell’Inquisizione si fa cenno nel capitolo VII della Storia della Colonna infame, dove Giannone è accusato di aver prelevato, senza controllarne l’esattezza, non solo informazioni ma interi passi da autori diversi, tra i quali, appunto, Paolo Sarpi.


Strumento di scrittura
penna
Tipologia delle postille
correzione
Segni di lettura
2, 3, 8, 9, 14, 18, 19, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 152, 174, 182, 340, 341,
Orecchie
1, 243
Opere correlate

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TO0E010290

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