Lettera n. 223

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Grossi, Tommaso
Data
29 agosto 1825 (addì 29 Agosto, 1825.)
Luogo di partenza
Brusuglio, presso Milano
Luogo di arrivo
Milano
Lingua
italiano
Incipit
Il signor Giuseppe Molini
Indirizzo
Al Sig.r | Sig.r Tommaso Grossi | Milano
Regesto

Manzoni comunica al Grossi di riferire ad Alessandro Torri il proprio dissenso riguardo alla pubblicazione di In morte di Carlo Imbonati e dell'Urania che l'editore Molini ha inserito nell'edizione delle Tragedie e poesie (1825); l'editore, infatti, non ha ricevuto la precedente lettera in cui Manzoni lo aveva pregato di non accogliere quei componimenti nell'edizione.

Testimoni
  • (originale) Bologna, Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, XCIV.22.786
    (Fotografia al Centro Nazionale di Studi Manzoniani, B 5)
Edizioni
  • BARBIERI 1940, pp. 576-577.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 223, vol. I, pp. 383-384, note alle pp. 888-890.
  • SARGENTI 2005, vol. I, pp. 305-307.
  • CARTEGGI LETTERARI 2016, lettera n. 59, pp. 174-175, note alle pp. 176-177.
  • ALBINI 1927, p. 3 (parziale).
Opere citate

Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia; Lettre à M.r C*** sur l'unité de temps et de lieu dans la tragédie; Il cinque maggio. Ode; Inni sacri; Il Conte di Carmagnola; Adelchi; In morte di Carlo Imbonati; Urania - Poemetto

+ Testo della lettera

C. A.

Il signor Giuseppe Molini, con sua cortese lettera del 10 giugno 1824, mi richiese del mio consenso per una ristampa di miei componimenti, e insieme del mio parere sul modo di eseguirla, proferendosi gentilmente di volere in ciò stare al piacer mio. Io non mancai di rispondergli tosto, e ringraziatolo, com'era il dovere, del suo disegno e dell'uficio che aveva fatto con me, soggiunsi queste parole, o altre equivalenti certamente nell'essenziale: «Quanto alla facoltà, che da Lei mi viene accordata, di esporle liberamente il mio piacere intorno a codesta edizione da Lei disegnata, io me ne varrò per pregarla di omettere due dei componimenti ch'Ella mi ha indicati: i versi In morte di Carlo Imbonati, e l'Urania. Questa è una vera caricatura: i primi contengono ingiurie personali e molte altre cose lanciate per avventataggine giovanile, e per le quali, non che moltiplicarne le copie, vorrei poter ritirare quelle che sono in corso. La condiscendenza ch'Ella ha pur voluto mostrarmi mi fa sperare ch'Ella sarà per compiacermi in ciò, principalmente pei versi suddetti, la publicazione dei quali mi cagionerebbe un vero disgusto».
Pochi giorni sono mi vien ricapitata un'altra gentilissima del Sig.r Molini, dalla quale con vero dispiacere ritraggo ch'egli non ha ricevuta la mia risposta a quella sua prima. |
Oltre la domanda in iscritto però, come tu sai, mi fu parlato, e più d' una volta, dell'intenzione del Sig.r Molini, in suo nome; e nelle mie risposte fu sempre espresso o sottinteso in termini generali l'assenso di cui egli non aveva bisogno e che desiderava per pura delicatezza. Capisco quindi benissimo come il detto signore, non avendo ricevuta la mia risposta, e non conoscendo perciò le limitazioni da me poste a questo assenso, abbia potuto crederlo applicabile a tutti i miei qualsisieno componimenti, e parlarne in questo senso nell'avviso premesso alla sua edizione. Ma per la parte mia, tu vedi come la licenza d'introdurla verrebbe ad essere un riconoscimento ed una approvazione del componimento che credo assolutamente di dover rifiutare, e come quindi mi sia impossibile di accordarla. Anzi, siccome la ristampa di esso con quel cenno del mio consenso equivale ad una approvazione, così mi trovo nella necessità di render conto con avviso in istampa dell'equivoco occorso: il che farò alla prima occasione ch'io abbia di publicar qualche cosa; salva, s'intende, in tutto e per tutto la convenienza del Sig.r Molini, il quale non ci ha colpa, e da cui non ho ricevuto che gentilezze.
Ecco ciò che tu puoi dire in risposta al Sig.r Torri; e se abbisognassero altre spiegazioni, non ti dispiaccia di darle, che lo puoi fare al pari di me, essendo al pari di me informato della parte ch'io ho avuta in questo | affare. Potrai anche, se così stimi, e se egli lo desidera, rilasciargli questa lettera, la quale da lui comunicata al Sig.r Molini servirà ad informarlo dell'occorrente e a giustificarmi presso di lui dell'inurbano silenzio di cui egli ha dovuto credermi colpevole.
Farei torto alla nostra fratellanza se ti chiedessi scusa dell'incomodo che ti do. Ti abbraccio con quel cuore che tu sai; e sono
Il tuo Alessandro Manzoni