Lettera n. 411

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Leopoldo II
Data
2 marzo 1833
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
Firenze
Lingua
italiano
Incipit
Se il rispetto e il timore di abusare della Benignità dell'Altezza Vostra
Regesto

Alessandro Manzoni ringrazia il granduca di Toscana Leopoldo II per le commissioni date al pittore Cianfanelli cui promette ogni aiuto; ringrazia per le congratulazione inviate in occasione del matrimonio della figlia, e porge al granduca le condoglianze per la perdita della moglie.

Testimoni
  • (minuta) Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Manz.B.I.62/2, cc. 2rv
Edizioni
  • REYNOLDS 1948, p. 185.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 411, vol. II, pp. 3-5, note alla p. 681.
Opere citate

Della lingua italiana; I promessi sposi

+ Testo della lettera

Or quali grazie potrò rendere convenienti a Codesta Benignità medesima che si degna darmi adito a quello ch'io più poteva desiderare, e me lo dà con nuovi favori? Io ho ben di che lodarmi di quel mio lavoro che m'è stato occasione d'un tanto bene, e di riconoscere sempre più che la volontà sincera di coglier nel vero e di proporre il buono, può, quali che sieno le forze di chi vuole, ottener mirabilmente l'effetto, quando il Cielo conceda tal Lettore che sappia e voglia compir del Suo quel che l'autore ha tentato. Il Pittore Cianfanelli mi ha comunicato i soggetti che l'Altezza Vostra si è degnata e ha saputo così bene scegliere: la Quale può ben pensare con che animo e con che premura io sia per servire questo artista di tutte le notizie che gli possano occorrere immediatamente o procurare in qualche modo.
[...]
Non so per verità come scendere da un tale argomento ad una miseria; ma l'interesse che l'Altezza Vostra si degna mostrare per le mie quali si siano fatiche, mi anima e quasi mi obbliga a parlarne. Da gran tempo io m'ero andato occupando delle lunghe e deplorabili nostre questioni intorno alla lingua: ora ho messo mano a trattarne, come posso, di proposito. Ben sa Vostra Altezza che spesso le questioni più vecchie presentano qualche lato nuovo, poichè l'invecchiar delle questioni viene appunto dal non avvertire qualche punto essenziale di esse, o dal non volerne tener conto. Il che mi pare sia avvenuto a quelli che negano la lingua italiana esser costì e costì doversi prendere: chè intanto s'io non m'inganno hanno essi potuto negar cosa sì manifesta, e proporre in quella vece cose sì varie e opposte, in quanto hanno pensato a tutt'altro che a proporre una lingua davvero.