Pagina: 273
        
          175.
          Avere a avere. Si usa per dinotare franchezza e burbanza di chi pretenda riparazione quando egli ha il torto, o simili - Bern. Orl. Inn. XX. 37. Vienne costui che par ch'egli abbia avere. Milanese: pare che venga moneta a lui.
          
            Due trattini verticali come segno di richiamo
          
            
              Luogo dell'opera: Tomo primo, Vocabolario degli Accademici della Crusca, p. 273
            
          
            
              Termine o passo postillato: AVERE. Verbo usato innanzi all'infinito del medesimo verbo Avere colla particella A, come per ragione d'esempio, Avere a avere, vale Essere creditore, Dover ricevere; si costruisce in ogni sua parte in tal maniera, e mantiene simil significanza, dicendosi: Io ho a avere, Tu hai a avere, Quegli ha a avere [...]
            
          
          
         
        
          176.
          >Esempio conforme alla definiz. Magal. lett. scient. 9. Ed. Class. pag. 130.<
          
          
            
              Luogo dell'opera: Tomo primo, Vocabolario degli Accademici della Crusca, p. 273
            
          
            
              Termine o passo postillato: AVERE. Verbo, posto avanti agli infiniti de' verbi colla particella A, piglia forza del verbo Dovere [...]
            
          
          
         
        
          177.
          §. Non aver che fare e a fare, due definiz. di due sensi diversi. Del pmo cercar qualche esempio. Il 2.° sarebbe forse più chiaro se si esprimesse l'idea d'inferiorità. Altro es.° Varchi, Erc. 1. 22: la risposta del Casto mi pare che abbia a fare poco o nulla con quella (l'Apologia).
>Credo che valga essere [...] non solo idea di differenza, ma d'inferiorità.< Magal. lett. fam. p. 1. lett. 19. pag. 314. ... mi accorsi che a loro gusto ... il mio piccolo concerto non ebbe che fare a mille leghe col loro virtuoso.
          
            da "Magal. lett. fam." in poi è aggiunta seriore
          
            
              Luogo dell'opera: Tomo primo, Vocabolario degli Accademici della Crusca, p. 273
            
          
            
              Termine o passo postillato: AVERE. Verbo, precedente agli infiniti d'altri verbi colla particella CHE, come Aver che fare, Aver che leggere [...]
§. III. Non aver che fare, Esse scioperato. Lat. ociosum esse.
§. IV. Non aver che fare, o a fare con alcuna cosa, vale Essere molto differente, Non esser comparabile. Ben. rim. Le non hanno a far nulla con le pesche.
            
          
          
         
        
          178.
          Averla con una cosa, vale ripeterla, rinfrancescarla, tornarvi sopra e sim: Lasca Strega, prol. p. XIV. Tu l'hai con questa dottrina, e con quest'arte ...
          
          
            
              Luogo dell'opera: Tomo primo, Vocabolario degli Accademici della Crusca, p. 273
            
          
            
              Termine o passo postillato: AVERE. Verbo, precedente agli infiniti d'altri verbi colla particella CHE, come Aver che fare, Aver che leggere [...]
§. III. Non aver che fare, Esse scioperato. Lat. ociosum esse.
§. IV. Non aver che fare, o a fare con alcuna cosa, vale Essere molto differente, Non esser comparabile. Ben. rim. Le non hanno a far nulla con le pesche.
            
          
          
         
        
          179.
          Usato in Lombardia
          
          
            
              Luogo dell'opera: Tomo primo, Vocabolario degli Accademici della Crusca, p. 273
            
          
            
              Termine o passo postillato: (*) AVERE a fare. Nota modo strano in Cecch. Dot. A. 3. Sc. 2. Vo trovare Guglielmo ...  che so che e' v'ha a far vicino [a quel podere]: cioè Ha casa, o stabile vicino.