CS.M 971-972 [Postillato] Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani

Girault Duvivier, Charles-Pierre
Grammaire des grammaires, ou Analyse raisonnée des meilleurs traités sur la langue françoise; ouvrage mis par l'université au nombre des livres qui doivent être donnés en prix dans les colléges, et reconnu par l'Académie Françoise ... par Ch. P.re Girault Duvivier. Tome premier [-second]
A Paris : chez Janet et Cotelle, libraires, rue neuve des Petits-Champs, n. 17, 1822
2 v. ; 8°
Lingua: francese
Contenuto: Volume I. Capitoli I-V. Temi trattati: vocali, consonanti, prosodia, sostantivo, articolo, aggettivo, pronomi, verbi in generale. Volume II. Capitoli V (suite)-XIV. Temi trattati: tempi e modi; preposizione; avverbio; congiunzione; interiezione; ortografia; punteggiatura; costruzione grammaticale; stile; frase e periodo. Remarques détachées sur un grand nombre de mots et sur l’emploi vicieux de certaines locutions (pp. 1-174); Table analitique des matières (pp. 1-90)
Osservazioni sull'esemplare

Legatura in mezza pelle e cartone marmorizzato. Incisione in oro sul dorso. Nella controcopertina di entrambi i volumi, iniziali A. M. a penna marrone. Numerose macchie d’umido. Varie pagine strappate o bucate.

Presentazione

Quinta edizione di un testo originariamente pubblicato nel 1811. Il libro, pur non citato nella tarda lettera a Giorgini che elenca i maggiori strumenti grammaticali dell’officina manzoniana (lettera 1375 del 27 gennaio 1874), fu importante per lo scrittore nella fase di revisione della ventisettana, come documentano le lettere in cui Manzoni ringrazia Rossari (lettera 262) e Cattaneo (lettera 263) per avergli fatto recapitare la Grammaire a Firenze: l’opera, che avrebbe dovuto seguirlo nel viaggio del settembre 1827, era stata dimenticata, e la cortesia degli amici aveva posto rimedio. Ma in realtà la consuetudine con Duvivier è testimoniata fin dal momento immediatamente successivo alla chiusura della Prima minuta: Manzoni cita infatti un passo della Grammaire in uno dei frammenti relativi ai Modi di dire irregolari. Ecco il testo manzoniano: «“Ennuyant, Ennuyeux. Ces deux mots se disent égalment de tout ce qui ennuye; mais l’adjectif verbal ennuyant indique assez, par sa terminaison active, qu’il doit être appliqué à une action, et la terminaison eux indique une qualité inhérente au sujet auquel on l’applique", Duvivier, Grammaire, Remarques détachées, pag. 58. Questa regola non è generale nel francese: un homme plaisant, [ ] etc. indica qualità inerente, senza contare indulgent [ ] e altri che vengono da un verbo latino; e altri che hanno una forza doppia o dubbia, come sarebbe poids accablant [ ] dove non è ben distinto se si parli d’atto o di abito. In italiano la promiscuità è altrettanta o più. Però questo mi fa pensare ad un carattere che gli aggettivi verbali o participii hanno comune cogli infiniti, coi gerundii, ed è il poterli applicare come il verbo al modo relativo immediato (al. Accusativo), appunto perché tengono della natura del verbo, significando, ciò che i gramatici antichi dicevano: l’azione. Es: “Una donna portante un fanciullo”: ma se dite un “corriere portatore ” è necessaria la preposizione, ex. gr. “di buone nuove”. Portatore ha uno dei caratteri del verbo, la radice; il participio (attivo), come l’infinito e il gerundio hanno anche il secondo. Ragione per metterli nel paradigma dei verbi. Il participio passivo vuole una preposizione, e segnatamente la prepos. da; ma tutti i modi del verbo, quando non è in senso assoluto la vogliono. Pensare a questo. Nota: Si dice bene amante dei piaceri, e qualche altro sim.: cioè il participio attivo riceve talvolta la preposiz. Come segno di relazione tra sé e il nome: cosa che non accade mai (credo; verificare) ai verbi attivi: ma il suo carattere unico fra i nomi, è di poter farne senza. Amante in questo caso è diventato aggettivo, equivale ad amatore» (STELLA-VITALE 2000B, p. 56). L’ampia puntualizzazione non si limita a segnalare una incoerenza nella singola regola di Duvivier ma contrasta, per via di ragionamento e di esempi, il fondamento stesso di un sistema grammaticale che assegna ad ogni parte del discorso una sola funzione logica (l’aggettivo verbale si applica all’azione, l’aggettivo non verbale implica una qualità), laddove per Manzoni è importante riconoscere che le stesse parti dell’orazione possono esercitare funzioni diverse, determinate dalle convenzioni e dall’uso.


Descrizione della postillatura

1 postilla nel volume I; 2 postille nel volume II

Opere correlate
Edizioni
  • PESTONI 1981A = Pestoni Cesarina, Postille manzoniane inedite, in «Annali manzoniani», 6, 1981, pp. 27-57
  • MARTINELLI 2002B = Postille: filosofia, Premessa di Vittorio Mathieu. A cura di Donatella Martinelli, Milano, Centro nazionale studi manzoniani, 2002 (Edizione nazionale ed europea delle opere di Alessandro Manzoni : testi criticamente riveduti e commentati / diretta da Giancarlo Vigorelli, 20)

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