Lettera n. 260

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Frescobaldi, Lamberto
Data
4 luglio 1827 (li 4 luglio 1827.)
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
Firenze
Lingua
italiano
Incipit
La prego, innanzi ogni cosa
Indirizzo
Sig.r M.se Lamberto Frescobaldi | Segretario Particolare di S. A. I. e R. | Il Granduca di Toscana | Firenze
Regesto

Alessandro Manzoni invia al Frescobaldi, segretario del granduca di Toscana, due copie dei Promessi sposi con preghiera di offrirne una al granduca stesso, qualora lo ritenesse opportuno.

Testimoni
  • (minuta) Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Manz.B.I.44/2, cc. 2rv
Edizioni
  • SFORZA 1912-1921, vol. II, p. 285.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 260, vol. I, pp. 419-420, note alla p. 910.
Opere citate

I promessi sposi

+ Testo della lettera

Illustrissimo Signore

La prego, innanzi ogni cosa, di non farsi maraviglia che dall'avere avuto altra volta un fortunato e troppo onorevole titolo di scriverle, io prenda ora appicco per ricorrere a Lei di nuovo. La bontà da Lei mostratami in quella circostanza mi dà quest'animo, e mi fa sperare ch'Ella sia per essermi cortese di perdono e d'aiuto.
Avendo io dato fuori ultimamente un lavoro qual ch'esso pur sia, mi son trovato e mi trovo tuttora combattuto da due opposti sentimenti. Da una parte mi stimola un desiderio, com'ella può imaginarsi, ardentissimo, di fare un omaggio all'Ottimo e sempre più Illustre Principe che, per mezzo di Lei, s'è degnato onorarmi d'un pregiatissimo dono e d'una ancor più preziosa manifestazione d'indulgenza. Dall'altra mi rattiene il timore di non fare atto d'importuna e ardita vanità. In questo dubbio, e ignaro più tosto che poco esperto degli usi delle Corti, ho pensato di rivolgermi a Lei e di trasmetterle, come ho l'onor di fare, la copia che bramerei di presentare all'A. I. e R. del Gran Duca, quando credessi che l'offerta potesse riuscire non disaggradevole. A V. S. Ill.ma dunque rimetto non solo il modo di far la cosa, ma anche il giudizio se convenga il farla, o, per dir meglio, prendo la libertà di pregarla a voler prendere sopra di sè la decisione, e quando quel sta sia pel sì, l'incarico; e in tal caso di far sì che S. A. I. e R. sappia che il mio voto è di mostrarLe con ciò, non dico quel sentimento d'ammirazione e d'ossequio che m'è comune con tutto il mondo; giacchè questo non sarebbe bastato a darmi la sicurtà e l'indiscretezza di cacciarmi così innanzi; ma, bensì il sentimento particolare d'una profonda, riverentissima, e, se m'è lecito dir tutto che sento, affettuosa riconoscenza.
La bontà di V. S. Ill.ma mi valga di titolo e di scusa pure per l'altra libertà che prendo di pregarla a voler gradire l'altra copia unita, in attestato della più distinta considerazione. Colla quale, rinnovandole le mie più umili scuse ho l'onore di rassegnarmi Di V. S. Ill.ma
Divot.mo Obb.mo Servitore
[Alessandro Manzoni]