Lettera n. 607

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Trechi, Sigismondo
Data
23 marzo 1841
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
Parigi
Lingua
italiano
Incipit
rispondo, punto per punto
Indirizzo
Mons.r | M.r le Baron Trechi | rue royale S.t Honoré n.o 21 | à Paris
Regesto

Alessandro Manzoni fornisce al Trechi le direttive da trasmettere all'editore Baudry per lo smercio dei Promessi sposi e lo avvisa della spedizione delle copie per l'editore parigino, la Mojon, Fauriel, Thiers e Delécluze. Lo ringrazia delle informazioni che gli ha fornito per il riconoscimento della proprietà letteraria del romanzo in Francia e gli racconta il recente tentativo di contraffazione ordito dal tipografo napoletano Gaetano Nobile.

Testimoni
  • (originale) Milano, Biblioteca Ambrosiana, R 48 inf
    (Timbri postali: «MILANO MARZO 23»; «26(?) MARS 41»)
Edizioni
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 607, vol. II, pp. 186-189, note alle pp. 772-773.
Opere citate

I promessi sposi

+ Testo della lettera

Trechi mio carissimo, rispondo, punto per punto, alla amabilissima ultima tua; il che vuol dire che la mia sarà tessuta di ringraziamenti e di seccature; lasciando star quelle che ci aggiungerò di nuovo. Oh caro e povero Trechi! quando non foss'altro, il vantaggio di troncar la mia corrispondenza dovrebb'essere uno stimolo per farti tornar presto. Comincio con dirti che t'inganni di molto, se credi di non avermi fatto un buon contratto con Baudry. Vorrei smaltir tutta l'edizione a quelle condizioni; e, del rimanente, tu sei stato di qua del termine ch'io avevo fissato.
In quanto agli annunzi, se non è contro le tue convenienze di plenipotenziario, ti dico il vero che desidererei che tu dessi di nuovo a Baudry la facoltà di spendere in questo i 400 franchi che gli erano stati fissati prima; perchè, in primo luogo, ho ragion di sperare che, con questo mezzo, lo smercio in Francia sia per crescere; in secondo luogo, quand'anche la richiesta di Baudry dovesse rimaner sempre la medesima, avrei, da quegli annunzi, il vantaggio di far conoscere l'edizione per tutto dove arrivano i fogli francesi, cioè per tutto dove si compran libri.
La spediziorie per Baudry è partita il 15 del corrente. In essa (oltre le 104 copie per lui, d'otto fascicoli, ossia 16 dispense ciascheduna, e di più i quattro ultimi fascicoli dell'esemplare che t'avevo pregato di fargli gradire, e del quale ha avuto i primi quattro da te) c'è per te un pacchetto contenente pure i 4 ultimi fascicoli di 4 copie, cioè una per te, 2 per la Mojon, una per Fauriel; e due nuovi esemplari d'otto fascicoli, uno per M.r Thiers, l'altro per M.r Delécluze. Ti prego (e qui comincia un'altra filastrocca di seccature) di darne avviso a Baudry, e di dirgli che, nella polizza delle spese di porto, che sommano 27.15, troverà anche l'importo del dazio di qui, il quale dev'essere a mio carico: ma che, avendone io fatta l'osservazione, mi fu detto che la nota era già fatta: sicchè egli mi farà il piacere di pagar questa piccola partita, mettendola a mio conto. Tra le altre seccature avrai anche quella di dargli l'inchiuso viglietto de' miei stampatori. Se la carta arrossisse, questa non sarebbe azzurrognola.
Come ringraziarti della premura che ti sei data di pescare (e in che mari?) informazioni utili al mio disegno d'acquistar costi la proprietà della mia nuova edizione? Quello che tu me n'hai detto, mi dà già buona speranza; e spero anche più dalla legge che si sta facendo. A ogni modo, ho più d'un anno di tempo di star a vedere; giacchè la ristampa non si può fare, da un altro, fin che non sia uscito l'ultimo fascicolo. Ti ringrazio d'averne parlato apertamente in mio nome a Baudry; giacchè mi sarebbe ripugnato di fargli un mistero di questa mia intenzione, essendogli io veramente obbligato per aver lui adottata la mia edizione illustrata, e desiderando di restar con lui ne' migliori termini.
Questa mia povera edizione ha corso un gran pericolo, del quale non posso lasciar d'informarti, essendo essa come cosa tua, per l'affetto che porti a me (ma ne sei ben contraccambiato) e alle cose mie. Il libraio Nobile di Napoli uscì con un manifesto, copiato dal mio, con disegni pure copiati in litografia, annunziando una ristampa che verrebbe dietro all'edizione, fascicolo per fascicolo, e a poco più di mezzo prezzo. Tu vedi che danno m'avrebbe fatto una tale impresa, non solo perchè delle mie copie non ne sarebbe andata quasi nessuna in tutto il regno di Napoli, ma perchè la contraffazione avrebbe cercato, e non invano, tutte le strade d'introdursi per contrabbando qui, e più facilmente nelle altre parti d'Italia. Mi fu suggerito di fare un ricorso al Ministro della Polizia del regno di Napoli; seguii il consiglio: e Luigi Litta s'impegnò gentilmente a farlo, non solo presentare, ma raccomandar caldamente dall'ambasciator d'Austria. Trovandosi poi a Napoli Giacomo Beccaria, ne scrissi a lui, che ottenne vive raccomandazioni anche da parte di Filangeri. Il risultato fu, per quanto ne so fin ora, che fu insinuato al Nobile di non ne far altro; e ho ragion di credere che così sarà. Ma vedi che tiro crudele mi faceva questo signore; e come voleva servirsi, a gran mio danno, delle mie fatiche, e delle mie spese in disegni.
Rileggendo la tua lettera, vedo che mi parli d'una copia destinata a Cousin; e non mi rammento punto se t'abbia mandate le prime dispense: in questo caso, mancherebbe la continuazione nell'ultimo invio. Dimmi che n'è: la mia memoria se ne va a gran passo, precorrendo l'intelletto; la volontà sola sta ferma. Ma più di tutti sta fermo il cuore, e tu sai, o mio Trechi, che gran parte ne occupi. Addio; t'abbraccio, ti ringrazio, ti chiedo scusa d'averti tanto seccato, e dell'intenzion perversa che ho di seccarti ancora. Maman, Teresa tutti i miei ti salutano cordialmente

Il tuo Alessandro

P. S. — Apro la lettera, per riparare a un altro scherzo della mia memoria; ma, Trechi mio! un'altra seccatura per te. Il Sig.r Hope ha avuta la bontà di provveder per me alcuni libri inglesi, i quali mi son pervenuti, con la lista del prezzo, per mezzo di Dumolard. Ma questo mi dice che lui non ha corrispondenza nessuna con Londra, che questi libri gli son venuti da Parigi con l'ordine solo di pagar le spese di porto; e che non saprebbe come spedire il prezzo al libraio inglese. Mi raccomando dunque a te, perchè ti prenda anche questa briga di far pagare a mio conto, al Sig.r C. J. Stewart, 11 King William Street, West Strand, L. 4.5. sterline, che rimborserò qui a chi mi dirai. Se hai occasione poi di vedere alcuno de' parenti o degli amici di M.r Hope, la cui memoria mi sarà sempre singolarmente cara, ti prego anche di fargli pervenire i miei ringraziamenti.