MANZ. 15. 0016.K/ 04 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

1.

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il che: quod. Quod mirum. Ce qui paraitrait incroyable

Luogo dell'opera: Capitolo CCXXII. Quegli , ec.

Termine o passo postillato: * XXV. Quello si usò ancora in un certo modo assoluto, come in quei versi del Bembo (Son. 85) …… E, quel ch’a gli altri celo, Le interne piaghe mie ti scopro e mostro. Quello ch’io celo agli altri, cioè le interne mie piaghe.

2.

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a mettere un a invece dell’e a ognuno di questi quel, gli si farebbe servizio

Luogo dell'opera: Capitolo CCXXII. Quegli, ec.

Termine o passo postillato: * XXVIII. Quello seguìto da che e dalle voci de’ verbi si usò in forza di comunque , chechè , o qualunque . (Pulc. Morg. 19. 155) Quel ch’ e’ si sia, e’ seppe ogni malizia, E fu prima cattivo assai che grande. E (20, 108) Perché ’l Pagan, veggendosi abbracciare, Quel che ciò fusse, gliel parea sognare.

3.

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Avverti però che non vale lo stesso che nondimeno, se non quando sia espressa a parte la negativa che in questo è legata col verbo

Luogo dell'opera: Capitolo CCXXIII. Questi, ec.

Termine o passo postillato: * Per tutto questo vale lo stesso che contuttociò, per tutto ciò, nondimeno . (g. 9 n. g.) Giosefo per tutto questo non rifinava, anzi con più furia l’una volta, che l’altra, or per lo costato, or per l’anche, ed ora su per le spalle battendola forte, l’andava le costure ritrovando .

4.

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Né l’uno né l’altro esempio a rigore mi par che vaglia. Nel primo per una sottilissima figura grammaticale il Boccaccio allude a Certaldo come a cosa già nominata, più che al luogo di sua attuale dimora. Nel secondo quivi può voler dire in quel soggetto.

Luogo dell'opera: Capitolo CCXXVII. Quivi

Termine o passo postillato: III. Per qui , o per in questo luogo dove son io che parlo. Lat. hic, qualche volta si truova. (Lett.) Io sono tornato in Certaldo e quivi ho cominciato a confortar la mia vita. (Vit. Dant.) Ed a conoscere della Divina essentia, e dell’altre separate intelligenze, quello che per umano ingegno, quivi si può comprendere. Cioè quello che in questa vita si può comprendere. Lat. hic.

5.

160

Nella prefazione alla Crusca gli accademici avvisano che i due quivi sono scorrezione di

[il seguito della postilla è reso illeggibile dalla rifilatura della pagina]

Luogo dell'opera: Capitolo CCXXVII. Quivi

Termine o passo postillato: III. Per qui , o per in questo luogo dove son io che parlo. Lat. hic, qualche volta si truova. (Lett.) Io sono tornato in Certaldo e quivi ho cominciato a confortar la mia vita. (Vit. Dant.) Ed a conoscere della Divina essentia, e dell’altre separate intelligenze, quello che per umano ingegno, quivi si può comprendere. Cioè quello che in questa vita si può comprendere. Lat. hic.

6.

228

Senza più. V. il Voc in alcuni casi equivale al tout court dei Francesi.

Luogo dell'opera: Capitolo CCXXXVIII. Senza

Termine o passo postillato: * IV. Senzachè , si usa eziandio in forza di negare, o di escludere. Così la Crusca. (g. 2 n. 6) Senzachè alcuno, o marinaro, o altri se ne accorgesse, una galea di corsari sopravvenne. (Pet. P. 1. 74) Basti dunque il desio, senza ch’ io dica.

7.

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perché il si in questi modi fa ufficio di nominativo, ed ha forza di: nom. On

il seguito della postilla è reso illeggibile dalla rifilatura della pagina

Luogo dell'opera: Capitolo CCXXXIX. Si

Termine o passo postillato: * Alla terza voce dei verbi nel numero del meno, renduta passiva dalla si, tennero dietro talvolta i casi espressi nel numero del più. (Cres. Lib. 2) E massimamente nasce la palma, quanto più semi si giunge insieme, onde per un solo seme, rade volte s’appiglia. (Gell. Capricc. Ragion. 5) Sappi finalmente questo, che quante più cose si ha , a tante più s’ ha a aver cura (E Ragion. 6) Non t’ho io detto, che di mano in mano, quando le lingue vanno a la perfezione, che e’ si fa, e pigliasi de’ vocabuli nuovi secondo i bisogni?

8.

265

Sì piglia dopo di sé il che, quando, nell’affermare, si ripete la domanda fatta da altri. Fir. Ap. Cl. 30. Rispondimi se il tuo padrone è in casa. Sì che c’è, rispose ella

Luogo dell'opera: Capitolo CCXLI. Sì, affermativo

Termine o passo postillato: * , preceduto e seguito da che, fu usato per minacciare. (Firenz. Nov. 2) Se tu non attendi ad altro, tu mi farai pensare a di quelle cose, che io non ho mai pensato sino a qui, e che sì, e che sì che tu riderai un dì E (Nov. 3) Levatevi di costì nella vostra mal’ otta, sgraziato che voi siete, e che sì, che io vi di questa mezzina nel capo. E (Asin. Lib. 4) Seguita pure di piangere; che sì ch’io troverò modo, che coteste lagrime ti gioveranno poco?

9.

302

à tout prendre

Luogo dell'opera: Capitolo CCXLIV. Sotto

Termine o passo postillato: * XVII. Sottosopra , vale ancora, Considerato tutto insieme, A far tutti i conti , come spiega il Vocabolario. Latin. In summa. (Varch Istor. 7) Sottosopra s’ingegnava ciascuno con ogn sforzo di viver bene.

10.

341

Voi è qui il nome.

Luogo dell'opera: Capitolo CCXLVIII. Suo, ec.

Termine o passo postillato: Pur senza appoggio di nome, e ancor senza l’articolo, val cosa sua . (g. 3 n. 7) Che rubaste Tedaldo, già di sopra v’è dimostrato togliendogli voi, che sua di vostra volontà eravate divenuta.

11.

341

Qui è io, sottinteso

Luogo dell'opera: Capitolo CCXLVIII. Suo, ec.

Termine o passo postillato: (Pet. P. 2 Canz. 48) Poiché suo fui non ebbi ora tranquilla, Né spero aver

12.

350

Tale de’ tali, lo credo d’uso lombardo, e che sia corrotto da: tal di tale

Luogo dell'opera: Capitolo CCXLIX. Tale

Termine o passo postillato: * E così tale de’ tali , per esprimere il nome e il casamento di una persona. (Buonarr Cical. 2 Pros. Fior. P. 3. Vol. I pag. 36) Vi siete notati per tal di tale , e non altrimenti.

13.

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in questo nostro c’entrano anche i milanesi, e chi sa quanti altri abitanti d’Italia! E questo tanto col ne ha forza di sottintendere molte altre cose che il contesto fa intendere: tu ne dirai e farai tante e tante

Luogo dell'opera: Capitolo CCL. Tanto

Termine o passo postillato: * (E g. 2 n. 5.) Se tu non v’entri, noi ti daremo tante d’uno di questi pali di ferro sopra la testa, che noi ti farem cader morto. Intorno al qual passo, i Deputati al Decameron, così scrissero nelle loro annotazioni (pag. 92) «Pare difettivamente detto: e si sottintende per uso nostro proprio, ed ordinario, o busse o percosse o simil cosa. Alcuni testi ben buoni, e l’ultime stampe forestiere, che le vecchie stanno pur bene, l’hanno mutato in tanto, parendo loro che tante senza un altro nome che l’accompagnasse, come vite senza palo, mal si reggesse. Ma la consuetudine porta così, come anche disse Dante, Nuovo augelletto due o tre aspetta . […]»