CS.M 380 /1 [Postillato] Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani

Régnier Desmarais, François Séraphin <1632-1713>
Traité de la grammaire françoise. Par M. l'abbé Regnier Desmarais, ...
A Paris : chez Jean Baptiste Coignard, imprimeur & libraire ordinaire du roy & de l'académie françoise, ruë S. Jacques, à la bible d'or, 1706
[12!, 746, [14! p. ; 4o
Lingua: francese
Contenuto: Traité de la grammaire françoise (pp. 1-746 ); Remarques sur l’article CXXXVII des memoires de trevoux touchant le traité de la la grammaire françoise (pp. 1-55).
Osservazioni sull'esemplare

Legatura in pelle; sul dorso tassello con titolo dell'opera impresso in oro; caselle con cornici decorate e fregi impressi in oro; nervi in rilievo; nel taglio dei piatti fregi in oro. Tagli spruzzati in rosso. Sul recto della c. di guardia ant. firma ms. «Duchers» [?]. Nel volume sono legati insieme il Traité de la grammaire françoise (pp. 1-746 ) e i Remarques sur l’article CXXXVII des memoires de trevoux touchant le traité de la la grammaire françoise dello stesso autore (pp. 1-55).

Presentazione

Nonostante risulti oggi appartenere alla biblioteca di Manzoni, il volume è tra quelli richiesti a Francesco Rossi, bibliotecario di Brera, in una lettera non datata (lettera 1730). Il nome di Desmarais appare per la prima volta nella quarta redazione del trattato Della lingua italiana, al capitolo III, relativo alle regole grammaticali (In virtù di che ogni lingua abbia quelle regole grammaticali che ha), dove si tratta dei vocaboli ritenuti incapaci di declinazione. Tra questi le interiezioni che, come ricorda Manzoni, alcuni hanno ritenuto le prime voci articolate mai impiegate dall’uomo: «È noto qual parte principalissima faccia l’interiezione nella storia dell’origine del linguaggio: dico in una storia senza luogo, senza tempo, senza antecedenti, senza testimoni, nemmen falsi; giacchè nessuna storia, nemmen favolosa, nessuna relazione, nemmeno romanzesca, fa menzione positiva d’uomini senza linguaggio, e inventori d’un linguaggio. L’abate Régnier Desmarais, quel medesimo che scrisse una traduzione italiana d’Anacreonte, lodata e ammirata con troppa bontà, nimium patienter, dai nostri bisavoli, buttò la, con un forse, come osserva il Beauzée, che l’interiezione sia la prima voce articolata, di cui gli uomini abbiano fatt’uso» (STELLA-VITALE 2000B, pp. 744-45). Con formulazione simile, il passaggio transita ai materiali per la quinta redazione, e infine, nella quinta redazione stessa, in una nota all’Appendice II al capitolo II, Se ci siano de’ vocaboli necessariamente ideclinabili (STELLA-VITALE 2000A, p.523), dove è riportata la traduzione di un passo di Desmarais.


Orecchie
139, 562
Nota sui segni non verbali

L'orecchia alla p. 562 del Traité punta al passo sull'interiezione come prima voce articolata dall'uomo che Manzoni traduce nella quinta redazione del trattato Della lingua italiana , in una nota all’Appendice II al capitolo II, Se ci siano de’ vocaboli necessariamente ideclinabili (STELLA-VITALE 2000A, p.523).

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Scheda OPAC SBN
LO1E023183

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