MANZ.BRU. H.04. 575 11 [Postillato] Brusuglio, Villa Manzoni

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2.

[Cosa da non credersi, chi non la vedesse coi proprj occhj che uno scrittore tanto acuto e tanto ponderato cada in un errore tanto grosso. Come non ha egli pensato che il possessore non sarebbe costretto di aumentare il prezzo dei prodotti in proporzione dell’aumento dei carichi, ma solo del tanto quanto i carichi sono accresciuti? Poniamo che l’area di terreno che può dare un moggio di frumento sia censita p.e. scudi venti; il possessore pagherà due lire per ogni moggio di grano e ne resteranno a lui ventotto. Ora se il carico fosse quadruplicato pagherebbe lire otto per moggio, e non resterebbero a lui che ventidue. Ora volendo] egli ricavare dal suo frumento il prezzo di prima, sarebbe costretto venderlo non già L. 120. ma L. trentasei: secondo la proporzione dell’autore verrebbe ad avere da un moggio Lire centoventidue. Più ci penso, più mi strabilio che uno strafalcione tanto solenne >…< gli sia scappato non solo nello scrivere ma nel rivedere, e nello stampare

La postilla prosegue dalla pagina precedente

Luogo dell'opera: p. 393 (Del libero commercio de' grani. Lettera al presidente Pompeo Neri)
Termine o passo postillato: Il possessore aggravato di otto soldi invece di due, sarebbe costretto di aumentare in proporzione il prezzo dei prodotti; onde il frumento e il riso non varrebbero più lire 30, ma lire 120 al moggio; il formaggio non lire 70 al cento, ma lire 280; la seta non lire 20, ma 80; e così discorrendo.