Lettera n. 247

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Torri, Alessandro
Data
5 novembre 1826 (5 9bre, 1826.)
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
Pisa
Lingua
italiano
Incipit
Il gentile desiderio mostratomi
Indirizzo
All'Ornatissimo Signore | Sig. Alessandro Torri | Pisa
Regesto

Torri desidera inserire nell'edizione delle Tragedie e poesie manzoniane che sta curando per l'editore Capurro la lettera di Manzoni a Goethe (23 gennaio 1821) e Manzoni, che non ha trovato tra le sue carte l'originale, gli spedisce la versione in francese eseguita da Mayer. Del resto, Manzoni nega il suo assenso all'edizione Capurro. Manzoni ringrazia infine Torri di avergli procurato il recapito del Vieusseux per la diffusione dei Promessi sposi a Firenze.

Testimoni
  • (originale) Neuchâtel, Bibliothèque publique et universitaire, ms. 2001-41
    (Timbri postali: «10 NOVEMB[RE]»; «MILANO»)
Edizioni
  • BULFERETTI 1927, p. 3 (parzialmente).
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 247, vol. I, pp. 405-406, note alla p. 902 (parzialmente).
  • PEDROJETTA 1997, pp. 215-217.
  • CARTEGGI LETTERARI 2016, lettera n. 72, pp. 196-198, note alle pp. 198-200.
Opere citate

Adelchi; Il cinque maggio. Ode; Il Conte di Carmagnola; In morte di Carlo Imbonati; Inni sacri; I promessi sposi; Urania - Poemetto

+ Testo della lettera

Pregiatissimo Signore,

Il gentile desiderio mostratomi prima dall'onorevolissimo Sig. Mayer e poscia da Lei, di quella mia letteruccia a Goethe, mi aveva posto in un vero impaccio, per le ragioni, in parte a Lei note, che mi distolgono dal cooperare in nulla a una ristampa de' miei scarabocchi, quanti e quali sono nell'edizione fiorentina. Ma (e direi per buona sorte, se tutto ciò che attiene comunque a quell'uomo, non avesse da questo un pregio speciale) cercando fra le mie carte la minuta di quella lettera, l'ho cercata invano; e le diligenze sono state tali, da doverne conchiudere ch'ella sia piuttosto perduta che smarrita. Così l'accidente è venuto, per così dire, a prender per sé la parte in questo caso a me doppiamente spiacevole del disdire ad una richiesta sì lieve, e che ad un tempo mi fa troppo onore.
Quanto alla nota ch'Ella mi dice essere il sig.r Capurro disposto a mettere in codesta nuova edizione, per dichiarare il come, senza colpa di nessuno, quella di Firenze non sia in tutto riuscita quale io ho inteso di acconsentir ch'ella fosse, io rendo grazie sincere a Lei e a lui della cortese proferta; ma Le dico candidamente che non posso desiderare che in una ristampa, come è quella da Lei annunziatami, | si ponga nulla a mio riguardo; perché questo farebbe credere ch'io ci avessi preso parte, e realmente coll'accettar la proposta, ve ne prenderei. Se io pensassi mai ad una ristampa di quelle mie povere cose, oltre gli scarti che ci avrei a fare, sentirei ora più che mai un gran bisogno di rattoppare e di rassettare alla meglio quel tanto che pure dessi fuora di nuovo; fatica che, quantunque frivola pel soggetto e pel frutto, richiederebbe però un tempo che non ci potrei ora impiegare. Intanto, quel che più mi preme è di evitare l'apparenza e la realtà d'una cooperazione o d'un assenso qualunque ad una nuova impressione, di non essere e di non parere io colui che dica ai lettori: togliete pure, che gli è quel medesimo: proposta che, se ad altri può non dar nota che di troppa indulgenza, a me acquisterebbe, anche da me medesimo, taccia di troppo ostinata presunzione. Per tutto questo debbo lealmente avvertirla che, se venissi mai richiesto da qualche libraio di lasciare introdur qui esemplari di codesta edizione, non potrei dir di sì. Del resto, suppongo che quella poca voglia che qui si potesse avere di riveder quegli scritti, sia stata più che soddisfatta dalla edizione di Firenze. Quanto allo smercio | in altri paesi, io non so quello ch'io mi debba augurare né desiderare; ma se, come mi par probabile, la povera merce avesse a rimanere ben ammontata, volume sopra volume, nei magazzini del sig.r Capurro, non avrei almeno il dispiacere di averci colpa.
Le rendo poi molte grazie, col rossore di averle tanto ritardate, dell'avermi Ella procurato ricapito in Firenze per la vendita della mia nuova tiritera presso il sig.r Vieusseux, col quale non mancherò di prendere le opportune intelligenze.
Avendomi il sig.r Mayer mandato copia della traduzione che s'è compiaciuto fare della suddetta mia lettera, Le rinvio quella ch'Ella m'ha favorito di spedirmi. E pregandola di aggradire l'espressione della mia più distinta stima e insieme della riconoscenza per la troppa bontà di che Ella mi onora, passo senza più a dirmi quale mi pregio di esserle

Dev.o Obb.mo Servit.e
Alessandro Manzoni

P.S. Grossi m'incarica di ringraziarla della memoria ch'Ella conserva di lui, e di ricambiarle i più sinceri complimenti.