Adelchi

Insieme editoriale: Tragedie

Tragedia storica in cinque atti, preceduta dalle «Notizie storiche» e seguita dal «Discorso».
Argomento della tragedia è la fase finale della guerra tra Franchi e Longobardi (772-774), guidati rispettivamente da Carlo Magno e da Desiderio, che comprende il ripudio di Ermengarda da parte di Carlo, cui segue la morte della donna; l’invasione dei Franchi e la sconfitta dei Longobardi, anche per il tradimento di alcuni di loro; e la morte di Adelchi.

Metro
endecasillabi sciolti; coro atto III: 11 strofe di sei dodecasillabi AA'B CC'B; coro atto IV: 20 strofe di 6 settenari a''bc''bd''e'
Struttura

Dedica; Notizie storiche; Personaggi; Atto I, scene I-VIII, vv. 429; Atto II, scene I-V, vv. 372; Atto III, scene I-IX, vv. 408; Coro, vv. 66; Atto, IV, scene I - Coro (vv. 120) - II-IV, vv. 427; Atto V, scene I-VIII, vv. 403

Storia del testo

L’inizio della composizione della tragedia è collocabile nell’ottobre-novembre 1820 e si prolunga con alcune interruzioni fino all’uscita della princeps presso l’editore milanese Ferrario nel 1822. Fatte pochissime eccezioni, il materiale in nostro possesso, comprendente anzitutto i mss. VS.X.2, con la prima stesura dell’opera, e B.VII.1 (cioè la copia autografa in pulito), è pressoché completo e tale da consentire la definizione di una cronologia interna del lavoro manzoniano molto precisa; specialmente quando ricostruita anche in parallelo alla ricca serie di testimonianze epistolari che illuminano la genesi e le diverse fasi di revisione dell’opera.

Una ricostruzione della complessa storia di Adelchi è stata fornita da Isabella Becherucci, nell’attuale edizione di riferimento dell’opera (BECHERUCCI 1998), di cui si sintetizzano qui i punti essenziali. La prima stesura copre l’arco di un intero anno e procede ordinatamente dall’ottobre del 1820 (avvio che si ricava dalla lettera a Fauriel del 17 di quel mese) fino all’agosto 1821. Esclusi alcuni temporanei accantonamenti dovuti alla necessità (intima) per Manzoni di dedicarsi ad altri scritti (in particolare ai primi capitoli e all'Introduzione del Fermo), la sequenza di stesura è ininterrotta e registra solo una certa accelerazione nell’allestimento degli atti III e IV. Prima ancora di procedere con l’atto V, proprio questa guadagnata facilità di scrittura spinse l’autore all’immediata trascrizione degli atti III e IV in bella copia, sul ms. VII.1. Diversamente dunque da quanto una normale logica progressiva vorrebbe, l’allestimento di VII.1 inizierebbe dall’atto III e l’esecuzione del ms. di copia anticiperebbe almeno in parte il completamento della prima stesura, il ms. VS.X.2, dove comunque la composizione era nel frattempo ripresa con l’atto V, interrotto però quasi subito, all’altezza della prima scena.

Questa frattura, fissata sul ms. al 2 agosto 1821, è assai significativa perché coincide con la messa in crisi della realizzazione del teatro tragico come concepito da Manzoni. Due note apposte da Manzoni prima sulla c. 142v e poi sulla c. 32r di VS.X.2 danno conto e motivano l’insorgere della crisi: la prima, relativa all’atto V appena iniziato, recita «scartare tutto e rifar l’atto in modo conforme alla storia», la seconda invece affiancata a una sezione (scena 2) dell’atto I dice «omettere tutta la parte cancellata perché non ben legata all’azione né storica». Manzoni si riferiva così a due scene parallele che ad inizio e fine tragedia ipotizzavano un progetto politico di Adelchi, in favore di una strategia difensiva irrealizzabile: quella cioè che prevedeva l’ideale collaborazione tra i signori longobardi e i sottomessi latini, uniti nella lotta contro i franchi. Una retrodatazione di un’idea di nazione, fondata sull’uguaglianza, che non poteva che suonare anacronistica, a maggior ragione se riferibile al contesto insurrezionale del 1821. Di qui dunque la necessità di intervenire cassando le sezioni, rivedendo profondamente il progetto di Adelchi, e più in generale riorientando l’assetto dell’intero testo, anche nel suo substrato eminentemente storico. Un’operazione che parte secondo la Becherucci dalla composizione del nuovo atto V (terminato il 21 settembre e copiato in bella), non più ambientato a Pavia, ma a Verona, secondo uno spostamento che provoca un’ulteriore serie di correzioni tardive su copie di atti III e IV.

Al 3 novembre 1821 risale poi una lunga e dettagliata lettera consuntiva dei lavori eseguiti fino a quel momento indirizzata a Fauriel, in cui Manzoni afferma di aver tutto terminato della tragedia eccetto le revisioni, riconducendo all’autunno l’impegno più consistente sul versante delle prose. Solo al termine di ottobre-novembre Manzoni tornerà dunque a guardare alla tragedia, dando spazio prima alla composizione dei cori (quello dell’atto IV composto tra il 13 dicembre del 21 e l’11 gennaio del 22 e quello del popolo latino, del 15-19 gennaio), e più tardi – dalla metà di gennaio in poi – alla correzione vera e propria degli atti tragici, dal I in poi. Anche in questo caso con una serie di ripensamenti e ritorni all’indietro specialmente dovuti all’inserimento del tema della congiura dei longobardi traditori che acquista via via più peso e si riflette in particolare nell’introduzione di tre nuove scene alla fine dell’atto I (vi-viii), nell’invenzione della figura di Svarto – longobardo traditore – e nei conseguenti ritocchi da apportare in questo senso agli altri atti, fino alla seconda redazione dell’atto III, allestito per ultimo.

In questo complesso processo si possono quindi riconoscere diverse “forme” del testo, di cui la ricostruzione ecdotica deve tenere conto. Della prima forma fanno quindi parte le prime stesure degli atti I-II, le belle copie del III e IV, la prima forma del V. Segue tale stesura parziale, la revisione in vista della seconda forma (il cui esito sarà costituito dall’edizione Ferrario) revisione che mantiene un suo stato distinto sia rispetto alla prima, sia rispetto alla seconda forma, e che inizia dall'atto V rifatto, proseguendo poi con l’integrazione dei cori e con i tentativi di ricomposizione sui f.s. di VS.X.2 e non solo degli atti precedenti. Varrebbe cioè anche per Adelchi quanto ormai sappiamo essere vero per Carmagnola e romanzo: le diverse redazioni occupano e incrociano contemporaneamente più testimoni mss. con vari momenti di ritorno all’indietro, secondo un procedimento tipico del modo di lavorare manzoniano. Qualche elemento emerso durante la descrizione puntuale dei manoscritti ha tuttavia evidenziato qualche elemento contraddittorio (materiale) che andrà valutato criticamente, pur non mettendo in discussione l'impianto critico complessivo.

Nell'edizione delle Opere varie nelle quali Manzoni rivide il testo dal punto di vista linguistico ma non solo (l'esemplare del fondo Treccani del CNSM conserva un esempare dell'edizione del '22 con correzioni autografe) Adelchi occupa il primo posto, precedendo il Carmagnola forse anche in omaggio a Enrichetta, cui la tragedia è dedicata.

Date di elaborazione

1820-22; -45


Relazioni

Testimoni manoscritti (vedi tutti)
  • Manz.V.S.X.2 • Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
    (prima stesura)
  • Manz.B.VII.1 • Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
    (seconda stesura)
  • Manz.B.VII.2 • Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
    (copia censura)
  • Manz.B.VII.3a • Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
    (Notizie storiche abbozzo)
  • Manz.B.VII.3b • Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
    (Notizie storiche prima minuta)
  • Manz.B.VII.3c • Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
    (Notizie storiche seconda minuta)
  • Manz.B.VII.3d • Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
    (Notizie storiche terza minuta)
  • Manz.B.XXX.11 • Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
    (strofe stralciate coro atto III)
  • MSVC 182 • Parigi, Bibliothèque interuniversitaire de la Sorbonne
    (copia per l'ed. Bossange 1823)

Prima edizione
  • FERRARIO 1822 = Manzoni Alessandro, Adelchi tragedia di Alessandro Manzoni con un discorso sur alcuni punti della storia longobardica in Italia, Milano, Ferrario, 1822

Edizioni di riferimento
  • ANNONI-STELLA 2015 = Manzoni Alessandro, Adelchi, Spartaco, (il primo) introduzione e commento di Carlo Annoni, a cura di Rita Zama, nota al testo di Isabella Becherucci, (il secondo) a cura di Angelo Stella, premessa di Giuseppe Zecchini, Milano, Centro nazionale studi manzoniani, 2015 (Edizione nazionale ed europea delle opere di Alessandro Manzoni: testi criticamente riveduti e commentati, diretta da Giancarlo Vigorelli, vol. 4)
  • BOGGIONE 2002 = Manzoni Alessandro, Poesie e tragedie, a cura di Valter Boggione, Torino, Unione tipografico-editrice torinese, [2002] (Classici italiani)
    (pp. 723-931)
  • BECHERUCCI 1998 = Manzoni Alessandro, Adelchi, Edizione critica a cura di Isabella Becherucci, Firenze, Presso l'Accademia della Crusca, 1998 (Scrittori italiani e testi antichi)
  • LONARDI - AZZOLINI 1992A = Manzoni Alessandro, Adelchi, A cura di Gilberto Lonardi. Commento e note di Paola Azzolini, Venezia, Marsilio, 1992 (Esperia)
  • CHIARI-GHISALBERTI 1957 = Manzoni Alessandro, Poesie e tragedie, Milano, Mondadori, 1957 (Tutte le opere di Alessandro Manzoni, a cura di Alberto Chiari e Fausto Ghisalberti, “I classici italiani", vol. I)
    (testo pp. 539-781; nota al testo pp. 1010-1103)
  • BARBI-GHISALBERTI 1943 = Manzoni Alessandro, Opere varie, in Manzoni Alessandro, Opere di Alessandro Manzoni, Centro Nazionale di Studi Manzoniani, a cura di Michele Barbi e Fausto Ghisalberti, Milano, Casa del Manzoni - Firenze, Sansoni, 1942-1950 (3 voll.)
    ( pp. 376-476)

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

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