Lettera n. 249

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Grossi, Tommaso
Data
[1 novembre 1826] ([metà novembre 1826])
Luogo di partenza
Brusuglio
Luogo di arrivo
[Milano]
Lingua
italiano, dialetto milanese
Incipit
Pensando (già s'intende dopo la tua partenza
Indirizzo
Al Sig.nore | Sig.r Avv.to Tommaso Grossi | S. P. M.
Regesto

Manzoni prega Grossi di riferire ad Alessandro Torri che accetterà soltanto due copie dell'edizione delle Tragedie e poesie da lui curata per Capurro e non dieci.

Testimoni
Edizioni
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 249, vol. I, p. 407, note alla p. 903.
  • SARGENTI 2005, vol. I, pp. 335-336.
  • CARTEGGI LETTERARI 2016, lettera n. 74, pp. 202-203, note alle pp. 203-204.
Opere citate

Lettre à M.r C*** sur l'unité de temps et de lieu dans la tragédie; Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia; Adelchi; Il cinque maggio. Ode; Il Conte di Carmagnola; In morte di Carlo Imbonati; Inni sacri; Urania - Poemetto

+ Testo della lettera

C. A.

Pensando (già s'intende dopo la tua partenza, così vogliono le stelle) a quello che siam rimasti ieri per l'esemplare richiesto da Ferrario, m'è venuta in mente una ragione per cui non posso avere il gran piacere di fare a lui questo picciolissimo; e la gran ragione si è che, non acconsentendo io all'introduz[ion]e di altre copie, farei una vera porcaggine ad accettarne dieci per me. Delle quali poi, in sostanza, che farei? Donarle? quando io protesto che non desidero la diffusione dell'opera? Ti pregherò dunque di scusarmi presso Ferrario, e di dire al Sig.r Torri, colle altre cose, che io ricevo due copie per acretir, per memoria etc., ma che non posso accettare un dono così smisurato, on disnà de fittavol etc. aggiusta tu il compli|mento alla meglio. Le due copie ritenute saranno quella che tu hai, e quella che ho io. Ma nel caso inescogitato e inescogitabile che tu avessi già dato l'esemplare a Fer[rario] sarà meglio non dirgli niente di tutto questo, e allora tu mi farai piacere di rimettere nel pacco la tua copia, e di aggradire la mia, della quale, in sostanza, propi, propi, propi, propi, propi, propi, che ho da fare io? Probabil[men]te il Sig.r Torri non vorrà, starà duro, e tu sta durissimo, rispettoso sì ma ferocio; e fa di sapere dov'egli stia di casa, per potergli fare avere il pacco.
Se mi verrà in mente qualche altra cosa, ti scriverò un'altra lettera. Chi non ha memoria abbia gambe. Le gambe, a dir vero, le ha il latore, ma a tutto rigore le ho anch'io, colle quali mi protesto.