Lettera n. 466

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Cioni, Gaetano
Data
8 febbraio 1836 (8. feb.o 1836)
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
Firenze
Lingua
italiano, francese
Incipit
Non so s'io debba chiedervi scusa
Indirizzo
Al Pregiatissimo Signore | Il Sig.r Dottor Gaetano Cioni | Firenze
Regesto

Manzoni ringrazia Cioni per avergli spedito la traduzione di Tucidide e soprattutto il Vocabolario del Cherubini dal quale può trarre molti vantaggi per un lavoro sulla lingua italiana (Sentir messa). Chiede delucidazioni su alcune postille al Vocabolario; lo prega di fornirgli una traduzione «in toscano vivente» dell'articolo «Messe» che trascrive dal Dictionnaire de l'Académie française e di segnalargli le locuzioni proprie del toscano.

Testimoni
Edizioni
  • BONAINI 1852, p. 51 (parziale).
  • SFORZA 1875, p. 110 (parziale).
  • SFORZA 1882-1883, vol. I, p. 491 (parziale).
  • PELAGATTI 1888, p. 9.
  • VILLORESI 1895, p. 15.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 466, vol. II, pp. 58-62, note alla p. 709.
  • CARTEGGI LETTERARI 2016, lettera n. 281, pp. 720-724, note alle pp. 724-725.
Opere citate

«Sentir messa»

+ Testo della lettera

Il Vocabolario poi quanto mi riesca prezioso, giudicatelo dal quanto io sono avido e povero di lingua toscana. Ognuna di quelle postille vale per me tant'oro, e non per me solo, ma per vari miei amici, innamorati com'io sono di codesta lingua; i quali ad una voce con me vi ringraziano. Vorrei dirvi anche quanto io sia confuso pensando alla noia che vi ho cagionata e al tempo che vi ho rubato; ma come avrei faccia di parlar di questo, mentre m'apparecchio a darvi con questo foglio medesimo un vantaggino di quella seccata. E questo per servire al lavoro a cui son dietro; il quale non sarà così presto compiuto, com'io credevo, perché nel lavorare mi vien fatto, contro quel che dice il proverbio, d'un nottolino una trave. Dico mi vien fatto, perché vedendo che la cosa, col crescer di mole, richiedeva anche più unità di composizione, abbiam deliberato Grossi ed io, che la farei io solo. Lo scopo è di mostrare che non c'è altra lingua italiana che la lingua toscana. Cosa che ha tanto di barba; ma le verità, per vecchie che siano, convien pure dimostrarle, quando c'è chi le nega. Per buona sorte, o piuttosto per ragion delle cose, l'esame degli argomenti medesimi che altri mette in campo per offuscare il vero, serve mirabilmente a porlo in chiaro, e insieme a dargli un colore di novità. Sicché la materia non manca, anzi ce ne sarebbe troppa, e ci vuol tempo a scegliere e ad ordinare. Per ciò che risguarda il modo di diffondere a suo tempo il libro | in Italia e di prevenire, quanto è possibile, le contraffazioni (se questo è pur destinato ad averne) mia intenzione è appunto di farne depositi in alcune città, e di ritardarne la pubblicazione in Milano di qualche giorno, per dar tempo agli esemplari spediti fuori di esser posti in vendita presso a poco nel giorno medesimo che qui. Le città sarebbero Firenze per la Toscana, Torino pel Piemonte, Bologna per lo Stato pontificio, e Trento pel Tirolo. Io non ho intenzione dispedirne in Toscana ad altri che a voi, né è probabile che altri di costì me ne chiegga, quando con 500 esemplari, o con più, se voi credeste conveniente, voi avrete da soddisfare alle ricerche de' consumatori e de' librai di così. Con tutto ciò io non vorrei legarmi a dichiarare un unico deposito, per non trovarmi in iscrupolo di mancar di delicatezza, se mai, per qualunque caso, dovessi spedirne costì altri esemplari. Ben inteso sempre, che quelli che non arrivaste a smerciare, rimarranno miei. Il prezzo non lo posso ancora fissare, non sapendo a che sia per arrivare la mole del volume. Fissato questo, c'intenderemo sul ribasso.
[...]
Debbo dirvi ancora ch'io desidererei vivissimamente di attestare al pubblico, nell'opera che sto scrivendo, la mia riconoscenza per gli aiuti che mi avete dati: e lo farei però in modo che non aveste a star voi sicurtà di quello ch'io ho ricavato da altri, né degli sbagli ch'io possa fare servendomi di quello che ho ricavato da voi. Ma non sapendo se, per qualche altro riguardo, questa dimostrazione non vi potesse spiacere, vi prego di dirmelo schiettamente.