Lettera n. 704

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Laderchi, Camillo
Data
23 giugno 1843
Luogo di partenza
[Milano]
Luogo di arrivo
Ferrara
Lingua
italiano
Incipit
Per quanto l'amor proprio abbia virtù d'accecare
Regesto

Alessandro Manzoni ringarzia il conte Camillo Laderchi per le osservazioni sulla Colonna contenute nel suo scritto Sulla «Storia della Colonna Infame» di Alessandro Manzoni. Lettera dell'avvocato conte C. Laderchi al marchese P. Estense Selvatico in Firenze.

Testimoni
  • (minuta) Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Manz.B.XXX.64, c. 1rv
Edizioni
  • SFORZA 1875, p. 146 (da copia della lettera spedita).
  • SFORZA 1912-1921, vol. II, p. 105.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 704, vol. II, p. 304, note alla p. 826.
Opere citate

Storia della colonna infame

+ Testo della lettera

Signore,

Per quanto l'amor proprio abbia virtù d'accecare, non può però non lasciarmi vedere ch'Ella ha voluto rimunerar troppo generosamente una buona intenzione; e posso quindi, senza lodare indirettamente me stesso, esprimerLe il piacere che m'ha fatto la sua lettera intorno a un mio povero opuscolo, e chiamarla bellissima, e dirLe, con tutta libertà, come con tutto il cuore: macte ingenio, macte virtute. Non c'è forse mai stato tanto bisogno di scrittori che ai doni dell'ingegno uniscano, come Lei, l'amore della verità, e la rettitudine sapiente dell'intenzioni. Siamo (fatte le debite eccezioni, e qualcheduna splendidissima) nell'epoca forse la più antifilosofica che ci sia mai stata, poichè, di proposito e, dirò così, a caso pensato, schiva la ricerca delle più alte cagioni, principia sempre da un secondo passo, e si ferma a un penultimo, si riposa ne' problemi, anzi li crea, per dichiararli insolubili, approva i contrari, nega l'applicabilità de' principi a tutte le loro conseguenze, e dice espressamente pericolosa la logica. E certo un tal periodo finirà come tant'altri, ma chi può accelerarne la fine, lo deve. Macte dunque, le ripeto; e usando ancor più del privilegio dell'età dirò anche a' suoi amici ch'Ella nomina o accenna in quella lettera troppo gentile a mio riguardo: macti este: agite juvenes. Rio è ormai per me amico antico per quanto lo permette la differenza degli anni; ed è stato per me un altro vivo piacere il vederlo rammentato nella sua lettera medesima. Con alta stima, e con cordiale rispetto, ho l'onore di dirmele

Devotissimo Servitore
Alessandro Manzoni