MANZ.BRU. A.03. 090 [Postillato] Brusuglio, Villa Manzoni

Gelli, Giovan Battista
{ Delle opere di Gio. Battista Gelli volume 1.[-3.] } 3: La sporta commedia di Gio. Battista Gelli accademico fiorentino
Milano : Milano: dalla Società tipografica de' Classici Italiani, contrada di s. Margherita, n. 1118, 1807
[2], XXVI, 103, [1], 73, [3] p
Lingua: italiano
Contenuto: Notizie intorno alla vita ed alle opere di Giovanbattista Gelli scritte da F. R.; All'illustrissimo s. e molto r. don francesco di Tolledo; Commedia di Gio. Battista Gelli accademico fiorentino chiamata La Sporta; Lo Errore di Gio. Battista Gelli fiorentino; Errata corrige.
Note: Altro esemplare digitale: https://books.google.it/books/about/Delle_opere_di_Gio_Battista_Gelli_La_spo.html?id=UWlPMQAACAAJ&redir_esc=y
Presentazione

Il volume contiene le due commedie di Gelli, La Sporta e Lo Errore: solo la prima, però, mostra segni di lettura, databili, sulla base dei riscontri con il romanzo e le postille alla Crusca, tra 1823 e 1827. Tale opera di Gelli si inserisce a pieno titolo tra gli spogli delle commedie fiorentine compiuti da Manzoni durante l’operazione di postillatura della Crusca e la ricerca di una lingua vicina alla resa del parlato da utilizzare per il romanzo. Otto sono le citazioni tratte dalla Sporta e confluite tra le postille alla Crusca (ai lemmi essere, poco, potere, rimanere, ritornare, rivolere, se, uomo: ben sei di queste citazioni, però, non corrispondo a notabilia nel testo della commedia); si riscontrano inoltre concordanze con la lingua della Seconda minuta del romanzo. Citazioni dalla Sporta sono altresì presenti negli spogli per il Sentir messa: in questa occasione Manzoni trae ben diciotto exempla, di cui ben tredici non coincidenti con espressioni sottolineate o postillate. Dall’Errore invece Manzoni, pur non sottolineando nulla, trae quattro excerpta che gli servono in sede di postillatura della Crusca (ai lemmi andare, con, dare, rigoglio).
Tra i numerosi riscontri con la materia linguistica del romanzo si propone l'analisi del reimpiego della congiunzione condizionale se: la commedia di Gelli offre infatti spunto per un’accurata riflessione, confluita in margine alla Crusca (e poi negli spogli manzoniani per il Sentir messa), sull’utilità, per fini espressivi, della «Particella condizionale» se: «Se, nel rispondere ha talvolta senso affermativo, per forza d’ellissi, sottintendendo visi: voi domandate! voi dubitate! o pensate, e simili. Gelli Sporta. IV. 2.a – Può egli essere? – Se e’ può essere: pon mente etc. Mil. se el po vess: guardé domà etc».
In buona parte giocato sulle figure dell’ellissi e del non-detto, il colloquio tra Attilio e l’autoritario conte zio pare tolto proprio dalle scene di una delle commedie tanto studiate da Manzoni, che non si lascia condizionare dall’alto rango dei due locutori, ma anzi rende ancor più vivide e memorabili le loro battute proprio grazie ai contributi della tradizione comica fiorentinista, che in questo caso conferma un uso già milanese. È dunque proprio in uno scambio tra i due che si viene impiegata la particella se in sostituzione dell’avverbio affermativo: «“M’immagino che non sappia che Rodrigo è mio nipote.” “Se lo sa! anzi questo è quel che gli mette più il diavolo addosso.”» (Sp XVIII 46). La felice concordanza tra milanese e fiorentino fa inoltre sì che tale accezione della particella venga confermata fino nella Quarantana.
Una seconda occorrenza, anch’essa confermata in Q, è quella di Sp XXXIII 54, quando, alla domanda di Renzo a don Abbondio se pure egli sia stato contagiato dalla peste, il curato riponde, rievocando nel tono i patimenti passati: «Se l’ho avuta!».
Leggermente diversa nella costruzione, in quanto non risponde a domanda diretta, è la replica di don Abbondio alla mercantessa in Sp XXXVIII 26, in quello che di fatto è un dialogo tra sopravvissuti. Alle parole della donna, che riferisce dei «cinquanta matrimonii» pubblicati nella sua parrocchia milanese dopo la fine dell’epidemia, fa eco la meraviglia del curato, nella quale si legge il sollievo di poter essere testimone della ripresa della quotidianità dopo lo stravolgimento portato dalla peste: «Se lo dico; il mondo non vuol finire». La battuta resta uguale anche in Q.


Segni di lettura
pp. 23, 25, 33, 34, 38, 39, 40, 68, 69, 70, 72, 77, 79, 81, 83, 85, 87, 88, 89.
Orecchie
p. 39
Opere correlate

Fa parte di

Esemplari dello stesso insieme
  • Gelli, Giovan Battista
    1: La Circe di Gio. Battista Gelli accademico fiorentino
  • Gelli, Giovan Battista
    2: Capricci del bottaio di Gio. Battista Gelli accademico fiorentino
  • MANZ.BRU. A.03. 090
    Gelli, Giovan Battista
    3: La sporta commedia di Gio. Battista Gelli accademico fiorentino [Postillato]

Scheda OPAC SBN
UBOE061748

Vedi immagini (103)
[Riproduzione completa]

Scheda di Sabina Ghirardi | Cita questa pagina