MANZ. 15. 0040 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

1.

70

Non la conobbero (intendiamoci) come non la conosceva il Bourgeois gentilhomme

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo III

Termine o passo postillato: Leggiamo in Isacco Newton che i Greci non conobbero la prosa prima di Ferecide

2.

92

NB: che tutti i volghi d’Europa parlavano una identica lingua!

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo VIII

Termine o passo postillato: Ma quello [il linguaggio pontificale e cattolico] non era più il Latino illustre: non l’usato da Lucrezio e da Tullio: non l’udito nel senato, e nella corte di Cesare; era quel rustico che parlava l’intero volgo dell’Europa latina.

3.

160

qui dietro dice: <u> non solamente giungemmo a sapere le origini dell’italico favellatore, ma pur anche la vera proprietà delle parole de’ vocaboli </u>. Qui rimedia a un grand’errore con una gran contradizione. Poco dopo (pag. 163) ritorna con una nuova contradizione all’errore di prima, dicendo: <u> giungemmo a ponderare il vero peso de’vocaboli </u> etc.

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XVII

Termine o passo postillato: Per cui si dimostra coll’esempio che adesso essendo un troncamento di ad esso tempo può avere l’istessa significanza di allora, che vale a ella ora, cioè a quell’ora. Onde chi vegga la natura dell’avverbio, e conoscala, potrà dire che adesso non è da usare parlando del passato, perché l’uso nol consente: ma non potrà mai fare le meraviglie di quell’uso degli antichi: siccome hanno fatto alcuni grammatici per la ignoranza di queste cose.

4.

163

E se l’uso non consente (pag. 160) di dare a’ vocaboli quel <u>vero</u> peso?

Luogo dell'opera: Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XVII

Termine o passo postillato: giungemmo a ponderare il vero peso de’vocaboli, perché non sieno indi gittati per le nostre carte o senza misura, o senza valore

5.

264

“La poesia de’poeti d’Alessandro Zilioli, di cui si hanno copie in diverse Biblioteche non è mai uscita alla luce, né sarebbe bene che uscisse, se non purgata da molte favole, ch’ei v’ha inserite.” Tiraboschi St. 8, pag. 279-80. Il Crescimbeni (Vol. II par 2, lib. I, pag 69): D’Ugolino d’Azzo, della famiglia Ubaldini, parla Dante nel Purg … i commentatori del quale affermano che costui fu gentilissimo cittadino di Faenza, e <u>dimorò e visse in Toscana</u>. [righe cassate] E il Quadrio (Lib I Disc I, Cap 8): Ugolino d’Azzo, della famiglia Ubaldini, cittadino di Faenza, <u>ma che visse in Toscana</u>. T. II, pag 164: E s’è dovuto cercare i luoghi perché l’autore che cita dell’At. non cita punto questi. L’omissione è degna d’osservazione.

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXVI

Termine o passo postillato: [versi del poeta duecentesco Ugolino d’Azzo, seguiti da:] L’Atanagi diè questi versi per una reliquia della purità naturale dell’antica lingua toscana: prima che lo Zilioli, il Crescimbeni, il Quadrio, e gli altri scuoprissero, e fermassero ch’ei sono del poeta de’Faentini: di quell’Ugolino, cioè di cui disse Benvenuto da Imola: Che fu uomo nobile e cortigiano della casa degli Ubaldini, chiarissima in Romagna.

6.

265

Iste vir fuit nobilis et curialis de Ubaldinis, clarissima stirpe in Romandiola. Qui fuerunt diu potentes de alpibus citra Apenninum, et ultra, proper Florentiam. Ma il Perticari >... ...< aveva tanta paura di Firenze che si fermò <u>in Romagna</u>.

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXVI

Termine o passo postillato: L’Atanagi diè questi versi per una reliquia della purità naturale dell’antica lingua toscana: prima che lo Zilioli, il Crescimbeni, il Quadrio, e gli altri scuoprissero, e fermassero ch’ei sono del poeta de’ Faentini: di quell’Ugolino, cioè di cui disse Benvenuto da Imola: Che fu uomo nobile ecortigiano della casa degli Ubaldinis, chiarissimi in Romagna.

7.

278

<u>ridotta alla sola vera lezione</u>, val a dire mutata con una franchezza incredibile, per ridurre a decasillabi degli endecasillabi sciammannati P. e. il 6° verso sta così nelle Rime ant. (pag 106, v.) <u>Al duol che mi convenne allhor portare</u>. E qui è cambiato il passato in presente; senza riflettere che il poeta parla del momento della partenza che <u>fue dolorosa</u>.

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXVIII

Termine o passo postillato: Ballata di Ser Onesto Bolognese tolta dal libro IX delle rime antiche, e alla sua vera lezione ridotta. [segue la trascrizione della ballata]

8.

290

come quello di Latini a vari <… ….>

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXVIII

Termine o passo postillato: E quanti curarono la pubblicazione delle Rime antiche bene il mostrarono coll’esempio: perché in quelle che seguono la Bella Mano, di 22 poeti, 12 solo sono i Toscani, e gli altri 10 nol sono. Quindi è bugiardo il titolo che tutti Toscani li dice.

9.

292

404

La postilla corregge i due numeri di pagina nel testo, che sono cancellati con un tratto di penna

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXVIII

Termine o passo postillato: nota (1) Murat. Scr. Rer. Ital. Vol. XVIII, f. 410, 414

10.

360

E quali sono le voci fiorentine condannate <u>espressamente</u> da Dante? <u>Manichiamo intorque</u>; Non facciamo altro. Volg. El. I, 13.

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXXVI

Termine o passo postillato: Conchiudasi dunque: che siccome commove al riso i Lombardi, i Napolitani, i Romani quel dicitore romano, Napolitano e Lombardo che voglia contraffare, parlando, la gorgia della plebe Fiorentina: così move al riso chi usa, scrivendo, le voci di essa plebe condannate dall’Alighieri.

11.

360

questa è tremenda

Luogo dell'opera: Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXXVI

Termine o passo postillato: Il simile si dica del Metastasio, del Segneri, dell’Alfieri, e degli altri Drammatici ed Oratori, i quali comechè scrivano e recitino cose forbite nel più alto stile, pure movono al terrore ed al pianto, gli ultimi plebei delle più oscure valli d’Italia: i quali al certo né hanno studiata la favella nel vocabolario degli Accademici, né viaggiato Toscana per impararla.

12.

387

anzi una lingua che s’udiva in tutte le corti prima che fosse!!

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXXIX

Termine o passo postillato: Imperocchè le voci ne’volumi de’maestri s’accostarono così fra loro, così meschiarono il lor colore, che nè l’une, nè l’altre parvero più quelle che da prima erano: e di varie, discordevoli, rozze si fecero una lingua che non era stata udita giammai.

13.

389

nota bene, per studiare la lingua

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXXIX

Termine o passo postillato: Ma ritornando all’Alighieri diremo: ch’egli vedendo il sermone troppo corto, o com’ei dice nel Paradiso troppo fioco a’suoi concetti , quasi l’Italia non bastasse, n’andò in Francia.

14.

390

di novo

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXXIX

Termine o passo postillato: Ma questo qui si ricorda, a solamente mostrare la ragione di que’viaggi di Dante: in essi l’origine de’molti suoi gallicismi: e in questi il libero modo, con cui creò la volgare eloquenza.

15.

391

che vuol dire, <u>creò</u>

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XXXIX

Termine o passo postillato: Boccaccio [...] disse = Egli [Dante] primo non altrimenti fra noi Italici esaltò e recò in pregio la lingua volgare, che la sua Omero fra i Greci.

16.

396

sciocco!

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XL

Termine o passo postillato: Colle quali brevi parole esso Petrarca non solo approvò questo libro del Volgare Eloquio, e per conseguente le dottrine ivi poste, ma se ne dichiarò seguitatore.

17.

398

Come Dante vissuto <… …> Petrarca <… …>

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XL

Termine o passo postillato: Imperocchè [Petrarca] abbandonata la sua terra, mentr’era fanciullino, e vissuto pellegrinando fra’ Provenzali, e venuto a Bologna, a Napoli, a Roma, e passato due volte in Toscana senza farvi mai stanza, non potè mai conoscere la lingua della sua plebe

18.

400

qui errano i letterati e la plebe non è usata

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XL

Termine o passo postillato: E questi torti giudicj mostrano la necessità delle sue dottrine: perché si scorge come la plebe era tanto usata al suo fango, che latrava contro qualsiasi coraggioso che non volesse giacervi.

19.

403

La favella? La ‘ncrudiscono dice il Pass. e quel la si riferisce alla Sacra Scrittura; cioè nel C. non numerato che vien dopo il V della Vanagloria

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XL

Termine o passo postillato: Dante pensò: che nel settentrione d’Italia si parlasse con crudo accento. E il Passavanti disse: che i Lombardi col volgare bazzesco e crojo incrudiscono la favella . Dante che i Pugliesi per l’acerbità loro, e de’loro vicini fanno brutti barbarismi. Il Passavanti: che i Regnicoli dimezzando dividono il dire con vocaboli dubbiosi ed ambigui.

20.

404

questo <u>dire</u> e quello della pag. anter. e il <u>lingua</u> più sotto sono tutti sostituiti ad altrettanti <u>la</u> del Pass.; che tutti vogliono dire Sacra Scrittura.

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XL

Termine o passo postillato: Dante: che il volgare de’Romani era un tristiloquio. Il Passavanti: che i Romani coll’accento aspro e ruvido arrugginiscono il dire. Dante: che i Toscani nel loro brutto parlare sono ottusi. Il Passavanti: che i Toscani malmenando la lingua troppo la insudiciano ed abbruniscono.

21.

410

Eppure la lingua a quell’ora era fatta!

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XLI

Termine o passo postillato: Tra’ quali per tacere dell’Ariosto, che di queste cose non disputò, ma di forme Latine e Lombarde, e Francesche tutto riempì quel suo meraviglioso poema, nomineremo il divino Tasso, che chiamò sovra sè l’ira a punto di quella non ancor morta setta, che avea molestato Dante e il Petrarca

22.

414

Un giudicio naturale senza regole!!

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XLI

Termine o passo postillato: E la buona consuetudine del parlare credo io (egli dice) che nasca dagli uomini che hanno ingegno, e che con la dottrina e l’esperienza s’hanno guadagnato il buon giudicio, e con quello concorrono e consentono ad accettar le parole che lor paiono buone, le quali si conoscono per un certo giudicio naturale, e non per arte o per regola alcuna. - E questa credo io che sia la buona consuetudine: della quale così possono essere capaci i Romani, i Napoletani, i Lombardi, e gli altri, come i Toscani.

23.

415

a questo conto si farebbe bene scrivendo: semper, noster, vidua, <… ….>

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XLI

Termine o passo postillato: Oltre a questo usansi in Toscana molti vocaboli chiaramente corrotti dal Latino, li quali nella Lombardia e nelle altre parti d’Italia sono rimasi integri e senza mutazione alcuna: e tanto universalmente si usano per ognuno, che da’nobili sono ammessi per buoni, e dal vulgo intesi senza difficoltà.

24.

434

Lo scrivere è un pensato parlare <…>

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XLI

Termine o passo postillato: Perciocchè [Salvini] volle confessare: Che niuna lingua per netta ch’ella sia basta a scrivervi con lode. Perché vi vuole sempre il giudicio, ch’è una cosa che niuna lingua dà, ma bisogna apporvelo per di fuora. La scelta delle parole è necessaria: e la maniera del legarle: la quale cosa non si può avere dalla lingua che le dà tutte in massa: e ogni cosa è insieme come nel caos di Anassagora, e v’è d’uopo l’intelletto distinguitore.

25.

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Povera lingua! Sostituiscono all’autorità della Crusca quella di 44 accademie!! <… …>

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XLI

Termine o passo postillato: Sono già quarantaquattro Accademie Italiane venturiere volontarie, che per l’impegno e favore di S. Caterina e di Siena assumono altresì l’impegno di scuotere questa servitù.

26.

442

Questo è certissimo; ma sarebbe bene di dire cosa sia il capo, il tronco e le braccia d’una lingua. Una lingua è tanto una persona quanto una metafora è una dimostrazione.

Luogo dell'opera: Perticari, Dell’amor patrio di Dante. Parte seconda. Capo XLIV

Termine o passo postillato: Dicasi pure che il capo di questa lingua è il Fiorentino dialetto : che anche noi lo dicemmo. Ma il capo senza il tronco e le braccia non è persona.