MANZ. 13. 0032 [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

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2.

Nella drammaturgia del Lessing all’articolo del Riccardo III. Vedi l’interpretazione di questo <i> Philantropon </i>. Questa del Batteux è del tutto arbitraria. Lessing intende per Filantropia una pietà che non sia tale da generare il timore per noi stessi, e che non è quindi a quel segno a cui può e deve essere portata nella Tragedia. A questo modo il passo diventa chiaro e coerente al resto. La perifrasi dell’Einsio è assai più vicina al vero senso, ma pare che il Batteux non la intendesse bene. <i> C’est l’idée juste </i>, ed egli ne dà una diversa. Mi pare che in Italiano si potrebbe tradurre: cosa che ecciti qualche simpatia, ovvero compatimento. Per la pietà Tragica è chiaro che Aristotele pensa ch’ella deve avere per oggetto il nostro Simile, <cioè l’uomo> e non poteva credere che la Tragedia avesse per fine di far nascere la pietà e il timore nell’uomo <i> très-méchant </i>, o di malvagissima vita come traduce il Castelvetro, il quale ha pure inteso male in altro modo questo passo.

Luogo dell'opera: Remarques sur Aristote
Termine o passo postillato: Chap. XII, N° 1. Ni example pour l’humanité]. M. Dacier traduit par-tout φ ι λ ά ν θ ρ ω π ο ν, par ce qui fait plaisir. Cette traduction est trop vague. Le plaisir dont il s’agit, est celui d’un sentiment que produit un exemple, une vérité utile à l’humanité. Heinsius a rendu ce sens par une periphrase: Quod homines communi lege ac vinculo humanitatis movet. C’est l’idée juste.