Lettera n. 155

Mittente
Visconti di San Vito, Ermes; Manzoni, Alessandro
Destinatario
Fauriel, Claude
Data
20 dicembre 1821
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
[Parigi]
Lingua
francese
Incipit
Je profite d'une minute
Regesto

Manzoni manda un saluto a Fauriel in calce a una lettera di Ermes Visconti. Quest'ultimo comunica a Fauriel che spedirà il manoscritto del saggio Sul Bello, affinché lo faccia tradurre e lo pubblichi, non appena avrà ottenuto la validazione dalla Censura. Visconti, inoltre, riferisce che Manzoni sposa con entusiasmo l'intenzione del Fauriel di tradurre, oltre al Carmagnola, l'Adelchi che sarà ultimato e sottoposto alla Censura per la fine di febbraio, quindi spedito a Parigi; intanto, Manzoni spedirà il secondo e il terzo articolo di Goethe sul Carmagnola apparsi sulla rivita «Ueber Kunst und Alterthum» (scritti, rispettivamente, in risposta alle critiche fatte alla tragedia sul fascicolo della «Biblioteca Italiana» del gennaio 1820, e alla dura recensione apparsa sulla «Quarterly Review»).

Testimoni
Edizioni
  • SFORZA 1912-1921, vol. I, p. 552 (solo il poscritto di Manzoni).
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 155, vol. I, p. 253, note alla p. 830 (solo il poscritto di Manzoni).
  • CARTEGGIO MANZONI-FAURIEL 2000, lettera n. 68, pp. 330-333, note alle pp. 333-335.
Opere citate

Il Conte di Carmagnola; Adelchi

+ Testo della lettera

Mi si presenta l'occasione di riscontrare, Preg.mo Sig.r Fauriel, la lettera ch'Ella ha favorito di scrivermi. Prima di tutto, le più sincere espressioni di amichevole riconoscenza per la memoria ch'ella sì cortesemente conserva di me, e per la bontà con cui esibisce di giovare alla pubblicazione costì delle mie, forse troppo lunghe ciarle sul Bello. Lo scartafaccio non è ancora stato presentato alla Censura, causa alcune correzioni ed aggiunte che mi parvero necessarie: ma tosto che lo sia, e mi venga rimandato, non mancherò di rimettere per lei a Cousin una copia esattamente conforme al testo che i nostri Censori avranno approvato. Ella poi e Cousin ne disporranno a loro beneplacito. Poich'Ella m'indica, che forse si potrà unirvi il picciolo saggio sui sensi della parola Poesia, mi permetto di soggiungere che amerei porvi insieme anche l'altro opuscoletto sullo stile. Costì è più facile a trovare libraj per un volume, che non per una brochure letteraria, com'ella mi accenna: ebbene, la tartana sul Bello non potrebbe rimorchiare que' due palischermi? Ella vedrà che tutti e tre gli scritti hanno un punto comune, l'applicazione del principio logico di D. Stewart, che alle | parole di senso moltiplice non si può sempre trovare una definizione sola, ma che talvolta l'analisi conduce a trovare più definizioni contigue.
Ho mostrato al nostro amico Manzoni la di lei lettera: esso è contentissimo del progetto relativo all'Adelchi, e per la cosa in se stessa, e perchè è un[']idea che viene da lei. Mi ha però ingiunto di dirle, che il piaccere di sentire tradotto da lei il Carmagnola non gli lascia dimenticare il rincrescimento ch'ella si sia distratta dal lavoro a cui in questi mesi scorsi era intensamente applicato. Per parte mia non so dirle altro se non, che bramerei l'impossibile; ch'ella avesse potuto tradurre la bella tragedia d'Alessandro, senza interrompere le sue proprie composizioni. Alessandro e Cousin ne hanno parlato in modo, con me e cogli amici comuni, che tutti siamo ansiosissimi di saperle terminate, ripromettendoci tutti di trovarvi un'occasione rara d'istruzioni importanti. Adelchi sarà finito, copiato, passato ed approvato dalla censura, per la fine di Febbrajo. Tosto dopo Alessandro glie ne spedirà il manoscritto; e la pubblicazione del Libro in Milano non avrà luogo che un mese e mezzo dopo il giorno in cui il manoscritto sarà partito. Prima di quell'epoca ella riceverà il secondo articolo | di Goethe, ed un terzo che abbiamo ricevuto jeri. Ma io dubito che dopo averli veduti, Ella possa volerli unire al primo. Il secondo è una confutazione, com'ella sa, delle critiche fatte al Carmagnola nella «Biblioteca Italiana»; il terzo è una risposta ad altre critiche fatte dagli editori del «Quarterly Review». L'uno e l'altro articolo di Goethe è basato in falso: Goethe suppose che la «Biblioteca Italiana» anteponga il Carmagnola a certe tragedie italiane dello stesso anno, quando l'idea del giornalista nostro era tutt'altra: similmente Goethe traintese le asserzioni della «Quarterly Review» in due essenzialissimi punti. Se dovessi dire la mia opinione, il meglio sarebbe di passare sotto silenzio questi due articoli; o accennarli, con tutt'al più l'estratto di qualche dettaglio. Tuttavia Ella conoscerà ottimamente che si convenga di fare. Su di ciò Alessandro mi raccomanda di significarLe, che se egli avesse il menomo diritto di prestare o no il suo assenso, egli lo presterebbe per quel partito che a lei Preg.mo Sig.r Fauriel sembrasse il migliore.
Spiacemi assai che il nostro amico Cousin sia così spesso infermiccio. Voglio però lusingarmi, che ora stia bene, o che almeno il suo male | sarà più in apparenza che in sostanza, come quello in cui lagnavasi l'anno scorso qui in Milano. Sono curiosissimo di vedere la sua opera sù Platine, che mi lusingo sia per essere in francese. Quel benedetto latino è una gran tentazione ad esporre idee poco analizzate; sarebbe un gran vantaggio se un uomo come Cousin si fosse, come credo, servito di una lingua in cui le idee sovente misteriose e sovente superficiali del Divino Platone apparirebbero per quelle che sono. La prego di abbracciare Cousin da parte mia e d'Alessandro, e della famiglia d'Alessandro; che tutti m'impongono le più affettuose espressioni per lei.
Ho l'onore di rassegnarmi con rispettosa e cordiale amicizia

Suo obb. ed aff.mo
Ermes Visconti

Milano 20. Dec. 1821.

Je profite d'une minute et de ce petit espace pour vous dire adieu: je guette une occasion pour vous écrire, dussiez-vous être fatigué de lire. S'il s'en presente une pour vous, veuillez ne pas la perdre. Mes tendres hommages à Madame de Condorcet, et les salutations cordiales de Maman et d'Henriette. Veuillez embrasser pour moi Cousin, et ceux qui ont la bonté de se ressouvenir de moi.

[Manzoni]