Lettera n. 676

Mittente
Manzoni, Alessandro
Destinatario
Rolandi, Pietro
Data
14 dicembre 1842 (14 Xbre 1842.)
Luogo di partenza
Milano
Luogo di arrivo
Genova
Lingua
italiano
Incipit
Prevenuto dalla gentilissima sua del 6 corrente
Indirizzo
Al Pregiatissimo Signore | Il Sig.r P. Rolandi, fermo in Posta. Genova
Regesto

Alessandro Manzoni si rammarica di non avere potuto incontrare a Milano Pietro Rolandi, libraio a Londra. Spiega le difficoltà di ricavare dai legni delle illustrazioni dei Promessi sposi i clichés metallici che Rolandi intende usare in una traduzione inglese del romanzo ma si dice pronto a trattare se si rinnovassero altre richieste simili che gli sono venute dalla Germania e da Parigi. Prende accordi con il libraio per lo smercio degli esemplari dell'edizione illustrata in Inghilterra.

Testimoni
Edizioni
  • FASSÒ 1913, p. 166.
  • PARENTI 1945, p. 330.
  • ARIETI-ISELLA 1986, lettera n. 676, vol. II, pp. 264-266, note alle pp. 807-808.
Opere citate

I promessi sposi

+ Testo della lettera

Pregiatissimo Signore,

Prevenuto dalla gentilissima sua del 6 corrente, mentre io mi disponevo a scriverLe, comincio dal ringraziarLa delle cortesi sue espressioni, e dall'assicurarLa che è stata per me una vera privazione il non avere avuto il piacere di riverirLa nel suo breve soggiorno in Milano.
In quanto ai politipi, la difficoltà principale è stata veduta da Lei. Se mai questo genere di lavori si perfezionasse anche qui, dove n'è già stato fatto qualche saggio, e se allora si rinnovasse la richiesta, potrei facilmente accettarla, principalmente se si rinnovassero anche altre richieste simili che mi sono state fatte dalla Germania e da Parigi: nel qual caso potrei anche risolvermi a far venire addirittura un clicheur da Parigi, o a spedir colà i legni a persona amica, per farne ricavare i politipi. Ma per ora, la cosa non è fattibile in nessuna maniera.
Col compimento dell'edizione illustrata de' Promessi Sposi, cessa il mio contratto coi Sig.ri Guglielmini e Redaelli, per lo smercio generale di essa; e il Sig.r Vincenzo Ferrario mio amico e già tipografo in questa città, mi fa il piacere d'attendere a questa partita per mio conto.
Ma riguardo a Lei, io avevo già pensato di scriverLe che, conoscendoLa da molto tempo di fama, e avendo poi avuto il vantaggio di conoscerLa di persona, ne profitterò volentieri per trattar con Lei direttamente. Mi fo quindi sollecito d'avvertirLa che, riguardo ai 150 esemplari rimasti in sospeso, quando Ella creda d'acquistarli definitivamente, porterò lo sconto al 45% che è quello che facevo agli editori suddetti. È superfluo l'aggiungere che per questa nuova condizione non si altera in nulla il contratto già da Lei stipulato con essi per gli altri 100 esemplari.
Essendo poi stata conclusa in mio nome da un mio amico di Parigi, una convenzione col Sig.r Baudry, per la quale egli ha acquistato un numero d'esemplari dell'edizione sud[det]ta allo stesso sconto del 45%, ed io ho dato il mio assenso alla sua ristampa, esclusa l'introduzione in questo paese e in quelli che partecipano al trattato sulla proprietà letteraria, devo avvertirLa che ho chiesto al d[et]to Sig.r Baudry, come clausola addizionale, ch'egli non venda in Inghilterra nessuna parte degli esemplari che ha acquistati della mia. Aspetto la risposta, e non dubito ch'egli non sia per acconsentire: in ogni caso, confido ch'Ella non vorrà, per questa edizione, trattar con altri che con l'autore, il quale si reputa fortunato d'averLa raccomandata per l'Inghilterra a un uomo tanto, e tanto meritamente, stimato.
Gradisca i distintissimi complimenti, e l'espressione della viva riconoscenza con cui ho l'onore di rassegnarmeLe

Dev.mo Obb.mo Ser.e
Alessandro Manzoni

P.S. — La prego di mettere alla partita dei Sig.ri Guglielmini e Redaelli, coi quali m'intenderò a questo proposito, il credito ch'Ella ha verso di me per libri pagati al Sig. Stewart di Londra, per mio conto, e per preghiera dell'amico Trechi.