MANZ. 15. 0016.H [Postillato] Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

Nodier, Charles
Examen critique des dictionnaires de la langue françoise, ou recherches grammaticales et litteraires sur l'orthographe, l'acception, la definition et l'etymologie des mots. Par Charles Nodier ...
Paris : Delangle Freres ..., 1829
445, [1] p. ; 22 cm.
Lingua: francese
Contenuto: Préface (pp. 5-16); esame critico dei dizionari, organizzato per lemmi in ordine alfabetico (pp.17-422); Obrervations de M. Raynouard (pp. 423-438); Réponse de M. Charles Nodier a M. Raynouard (pp. 439-445)
Osservazioni sull'esemplare

Legatura in mezza pelle e cartone. Incisione in oro sul dorso. Carte di guardia anteriori e posteriori marmorizzate. Sul frontespizio, sigla del catalogatore «Ad»

Vicenda collezionistica

donazione Brambilla

Presentazione

Dello scrittore ed erudito francese Charles Nodier esiste una sola menzione nell’epistolario di Manzoni: in una lettera del 30 aprile 1870 a Zanone Zenoni i suoi Souvenirs de la Révolution risultano ricevuti in prestito insieme ad altri volumi (lettera 1516). L’attenta lettura dell’Examen critique des dictionnaires de la langue françoise, opera lessicografica in prima edizione nel 1828, che confronta lemmi scelti da dizionari precedenti, è tuttavia documentata dalla fitta postillatura del volume, e dalla citazione di uno stesso passo che appare in due opere diverse, il Sentir messa, e la Lettera al Carena (vedi qui la Nota sui segni non verbali). A due luoghi del dizionario si riferiscono inoltre due segnalibri tolti dal volume, di cui si dà notizia in STELLA-VITALE 2000B, p. 1054. Il primo segnalibro, che reca la scritta Horde e l’indicazione «pag. 30», rimanda a un passo (non segnato) della voce Alfange: «Il est à remarquer que Voltaire, qui a souvent essayé de créer des mots, y a rarement réussi. La langue étoit faite; celui-ci ressembloit trop par le son et par le sens à phalanges, qui est très-bien, et qui étoit déjà consacré dans les classiques. Voltaire fut plus heureux pour hordes, qu’il hasarda dans le même ouvrage, et qu’on a depuis employé jusqu’à l’abus; ma ce dernier mot n’avoit pas d’analogue exact, et les moeurs mêmes des Tartares nous avoient été si peu connues jusqu’alors, qu’il devenoit une nécessité de la langue»; il secondo segnalibro reca l’indicazione «pag. 60»: la postilla 6 (vedi) contiene un rimando alla stessa pagina, da cui si cita il passaggio «Notre orthographe est ridicule; il faut au moins qu’elle soit uniforme».


Strumento di scrittura
penna
Lingua delle postille
francese; latino
Tipologia delle postille
commento; lingua; correzione; rimando interno
Segni di lettura
78, 249, 385, 321
Segnalibri
88-89
Nota sui segni non verbali

La barra verticale di p. 78 compare a margine della frase: «Il est peut-être malheureux, et on ne sauroit trop le répéter, que le Dictionnaire de la langue françoise n’ait été jusqu’ici que le Dictionnaire de Paris». Tale passaggio viene citato da Manzoni in due opere diverse. Nel Sentir messa : «Noi troviam dunque in un libro d’un chiaro e ingegnoso scrittor francese parole che fanno troppo al caso nostro, e che tradotte letteralmente suonan così: “La è forse disgrazia, e non sarà mai ripetuto abbastanza, che il Vocabolario della lingua francese non sia stato finora altro che il Vocabolario di Parigi” [...] La verità è che, se i francesi hanno una lingua comune, gli è per avere essi riconosciuto, adottato un idioma che era particolare, e lo è tuttavia in questo senso che è particolare a una popolazione il favellarlo tutti e non averne altro». In nota, è riportato il passo originale francese, con rimando a Nodier, incluso il numero di pagina (STELLA-VITALE 2000A, p. 215). La stessa citazione si ripresenta nella Lettera al Carena: «E questo esser la vera lingua così debolmente riconosciuta da tutti, anzi riconosciuta e rinnegata nello stesso tempo, viene principalmente dalla mancanza di circostanze che ne promovano la diffusione e il dominio. Chè, dove gli uomini non sono aiutati o anche forzati dalle circostanze a stare in proposito, facilmente l’abbandonano o lo alterano. All’opposto, dove c’è un tale aiuto, la cosa cammina da sè, senza bisogno di ragionamenti, anzi malgrado i ragionamenti e le proteste in contrario. Per citare un esempio, e d’uno scrittore tutt’altro che oscuro, il Nodier, tra tante altre cose singolari in materia di lingua, esce in questo lamento sulla sua: “Il est peut-être malheureux, et on ne sauroit trop le répéter, que le Dictionnaire de la langue françoise n’ait été jusqu’ici que le Dictionnaire de Paris” ( Examen des Dictionnaires, etc. ; alla voce Bresse . Gli rimproverava d'essere ciò che dev'essere, cioè il vocabolario d'una lingua reale, e d'una lingua che, per ciò appunto, ha potuto diffondersi tanto, anche fuori di Francia; giacchè, se le cagioni del diffondersi d'una lingua possono esser molte e diverse, la condizione prima e sine qua non , è che quella lingua sia» (STELLA-VITALE 2000C, p. 44).

Opere correlate
Edizioni
  • ISOLA 1963 = Isola Francesco, Postille francesi di A. Manzoni a Charles Nodier, in «Studi francesi», 7, 19, 1963, pp. 56-72
Bibliografia
  • DE VAULCHIER 1981 = de Vaulchier Henri, Nodier et Manzoni, posizione sur le problème de la langue, in «Studi di grammatica italiana», 1981, pp. 15-28

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RAVE000113

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