CS.M 2314 [Postillato] Milano, Biblioteca del Centro nazionale di studi manzoniani

Ripamonti, Giuseppe <1573-1643>
{ Iosephi Ripamontii canonici Scalensis chronistae vrbis Mediolani Historiae patriae libri 10 } [3]: Iosephi Ripamontij canonici Scalensis chronistae vrbis Mediolani Historiae patriae decadis 5. libri 6
Mediolani : ex regio palatio apud Io. Baptistam, et Iulium Caesarem Malatestam regios typographos
[44], 419, [1] p., [3] c. di tav. : front., ritr
Lingua: latino
Contenuto: Vita del cardinale Federico Borromeo
Osservazioni sull'esemplare

Legatura in pergamena con cognome dell’autore ms. sul dorso. Incisione in oro sul dorso. Sul contropiatto anteriore compare la scritta: «Hic liber est R.di Petri Pauli Campagnani Canonici Sancti Ambrosii Maioris Mediolani»


Lingua delle postille
latino
Segni di lettura
247, 260, 261, 307, 349, 362, 385, 387, 390, 403
Orecchie
15, 18, 115, 130, 308, 355, 395
Nota sui segni non verbali

Segni a margine e orecchie corrispondono spesso a passi accostabili ai PS o al FL, tutti segnalati da Nunnari 2013. Un esempio: l’orecchia di p. 308 evidenzia una descrizione ripresa in quella manzoniana della casa dell’innominato. Ecco i luoghi a confronto: «Posito in extremis Prouinciae finibus domicilio solutam quandam, ac sui iuris vitam agebat, receptator exulum, & exul aliquandiù ipse, postea redux, eousque progressus, ut externi Principis uxorem cum ad maritum sponsa deducetur, raperet, sibique haberet, ac iusto denique matrimonio iungeret: & nuptias illas innuptas celebrari nostra aetas vidit. Domus era illa velut cruenta officina mandatorum […]»; «La sua casa, per servirci della descrizione che ne fa il Ripamonti, era come una officina di commessioni d’ammazzamento: servi condannati nella testa: né cuoco né guattero dispensati dall’omicidio; le mani dei valletti insanguinate» (FL, II, VII, 79); e «Abitava egli un castello posto al confine degli stati veneti, sur un monte; e quivi menava una vita sciolta da ogni riguardo di legge, comandando a tutti gli abitatori del contorno, non riconoscendo superiore a se, arbitro violento dei negozj altrui come di quelli nei quali era parte, raccettatore di tutti i banditi [...]» (FL, II, VII, 78). Altre corrispondenze sono documentabili con la pagina 15, contrassegnata da un’orecchia: l’episodio raccontato alle pp. 14 e 15 (una turba di ragazzi, tra i quali l’innominato, si fa beffe del giovane Federico in una chiesa, ma lui ne affronta l’arroganza con sguardo fermo) corrisponde a FL, II, X, 74-76; con la p. 307, dove la sottolineatura e i segni a margine evidenziano un passaggio che trova corrispondenza nella descrizione di FL. III, III, 62-63; con la p. 385, dove la barra a margine seleziona una descrizione dei sacerdoti inviati dal cardinale Borromeo in soccorso degli appastati che Manzoni certo ebbe presente in PS, XXVIII, 26-28; con la p. 387, dove la barra a margine evidenzia un passo da accostarsi a PS, XXXII, 39.

Opere correlate
Bibliografia
  • MARTINELLI 2005 = Martinelli Donatella, Segnalibri manzoniani, in «Studi di filologia italiana», 63, 2005, pp. 307-331
  • NUNNARI 2013 = Nunnari Tano, Le fonti storiche dei «Promessi sposi», Milano, Centro Nazionale Studi Manzoniani, 2013

Fa parte di
  • Ripamonti, Giuseppe <1573-1643>
    Iosephi Ripamontii canonici Scalensis chronistae vrbis Mediolani Historiae patriae libri 10 [Postillato]

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